Gaming e dintorni: il gioco must della quarantena

(Pixabay)
Al giorno d’oggi, in un mondo dove la lotta alla ludopatia ha messo in croce tutto quello che rientra sotto il nome di “azzardo” (pur di fatto non essendolo del tutto), il poker rimane tutt’oggi un’attività che per molti è un vero e proprio lavoro. Chi non conosce questo mondo potrebbe non crederci, eppure si tratta di un impegno non da poco e quella del pokerista è una vita che si può paragonare ad alcuni lavori duri che si svolgono soprattutto di notte.

Nella professione “del poker” il livello di stress è molto elevato e quando si fanno i tornei (che sono quelli che consentono di guadagnare) si è impegnati anche per 12 ore di seguito solo con pause di una decina di minuti giusto per usare i servizi o prendere un bicchiere d’acqua.

Se consideriamo, come detto, che molte volte si tratta di tornei che iniziano la sera e che si protraggono poi fino a notte inoltrata, è facile capire che lo stress sia ancora più pesante e che si tratta di un’attività che incide non poco anche sulla vita privata. Dulcis in fundo va considerato che il pokerista non smette mai di studiare le mani sia proprie sia altrui per interpretare determinati risultati in chiave matematica.

Come si gioca a poker, a grandi linee?

Per gli inesperti del settore potrebbe non essere ben chiaro questo mondo, cerchiamo quindi di spiegarci meglio partendo dalle basi: come si gioca a poker? Per giocare a poker si usano 52 carte di tipo francese, quindi con i 4 semi cuori, quadri, picche e fiori. Ogni seme ha 13 carte dove l’asso è considerata la carta più alta in questo gioco. Lo scopo di ogni manche è di avere fra le carte in mano e quelle che escono sul tavolo la migliore combinazione rispetto ai propri avversari al fine di conquistare le puntate che ci sono sul tavolo, il cosiddetto “piatto”.
La vittoria la si ha in due modi: quando facendo una puntata nessun giocatore decide di accettare la sfida e di andare a confrontare le combinazioni (“vedere la mano”) o quando si ha la miglior combinazione. Le combinazioni sono diverse e bisogna conoscerle e conoscerne la classifica di importanza per sapere qual è la più forte.

Il poker è davvero un gioco d’azzardo?

Sulla base di quanto detto è chiaro che di fatto quando si parla di poker non si parla proprio di azzardo poiché anche se di certo è meglio prendere carte fortunate, ad incidere sono anche le skill del giocatore. I più esperti e bravi giocatori, infatti, che vediamo vincere i tornei sono sempre gli stessi. Se fosse sono questione di fortuna non sarebbe di certo sempre così.
Se quindi da una parte è innegabile ci siano i giocatori compulsivi, i ludopatici che giocano a tutti i giochi di poker senza troppa coscienza, compreso il poker, il professionista che lo fa per lavoro ha un atteggiamento molto differente. Insomma, non si può di certo fare di tutta l’erba un fascio.
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