Kohan, Raffaeli e Valente: quando il pensiero dei bambini è sempre in onda

di VITTORIO POLITO - Partendo dal principe Amleto di Shakespeare e dal famoso «To be, or not to be» ci spostiamo verso «L’insostenibile leggerezza dell’essere» e ci concentriamo  subito sul suo autore, oggi quasi novantenne, Milan Kundera che, nativo di Brno nella Repubblica Ceca, è stato naturalizzato francese nel 1981 grazie al presidente Mitterrand; da non trascurare che lo scrittore ha partecipato attivamente alla ‘Primavera di Praga’ nel 1968. A lui fa riferimento il professore Francesco Bellino, ordinario di Filosofia morale dell’Università Aldo Moro di Bari, nella prefazione al volume «Pensieri in onda. Viaggio filosofico di piccoli naufraghi», riportando integralmente un pensiero del grande scrittore: «Le domande veramente serie sono quelle che possono essere formulate da un bambino.  Solo le domande più ingenue sono veramente serie.  Sono domande per le quali non esiste risposta. Una domanda per la quale non esiste risposta è una barriera oltre la quale non è possibile andare. In altri termini: sono proprio le domande per le quali non esiste risposta che segnano i limiti delle possibilità umane e tracciano i confini dell’esistenza umana».

Due giovani studiose Mariagrazia Raffaeli e Marisa Valente autrici del libro di cui sopra, pubblicato da Levante editori di Bari nella collana ‘Pratica filosofica’, ci parlano nel loro libro di un progetto educativo incentrato su un viaggio filosofico mirato ad allenare ed arricchire culturalmente il bambino facendogli migliorare le sue abilità linguistiche e favorendo il suo sviluppo socio affettivo. Le filosofe-pedagogiste ci informano che esiste da tempo un rapporto tra filosofia e bambino con tre dimensioni: filosofia per bambini, con bambini e dei bambini. Il testo è frutto di esperienza maturata giornalmente dopo un lungo lavoro didattico messo in atto in anni di insegnamento, modificato ed adattato alle esigenze comportamentali degli allievi.  Sono coscienti le studiose di non aver messo a punto niente di miracoloso, ma di aver ‘partorito’ un importante supporto operando su tre registri: intellettuale (pensare per se), esistenziale (essere se stessi) e sociale (essere e pensare nel gruppo), in modo che i bambini siano aiutati a stimolare il loro pensiero critico; ci tengono, inoltre, a precisare che non trasmettono dottrine di carattere filosofico, ma sviluppo autentico di conoscenza e pensiero attraverso la ‘maieutica socratica’.

Il testo si articola in 13 laboratori e servendosi di una serie di provocazioni e argomenti le docenti aiutano i bambini a calarsi in territori inesplorati affrontando sempre nuove tematiche in relazione all’educazione: educazione all’affettività, alla cittadinanza attiva, all’ambiente, alla conoscenza del sé e degli altri e alla convivenza civile. Chiaramente vi è sempre il rischio di perdersi e non farcela, ma anche la voglia di riprovarci e ricominciare. A questo punto con orgoglio pugliese non posso fare a meno di citare che il noto studioso Walter Omar Kohan, professore di Filosofia dell’Educazione nell’Universidade do Estado do Rio de Janeiro, ha scritto delle cose interessanti, positive e di grande valore critico su questo libro, il tutto condensato in un autentico saggio che per ovvi motivi non possiamo riportare. Mi piace informare che lo studioso Kohan abbia pubblicato, per Morlacchi editore, un volume dal titolo «Infanzia e filosofia», curato da Chiara Chiapperini ed inoltre sia condirettore di ‘Childhood & Philosophy’. A questo punto non posso fare a meno di citare che anche il professore Francesco Bellino dirige, oltre «Pratica filosofica», la colta collana «Bios» con il professore Filippo Maria Boscia, e «Ethos», ormai famosa in tutto il mondo, sempre per la Levante editori di Bari.

Il volume termina con due brevi ma significative pagine  della docente Carla della Penna dell’Università di Bari dal titolo ‘Minori migranti e pratica filosofica’ di cui riporto l’ultimo periodo: «In genere il bambino, nella sua ingenuità, riesce a cogliere l’essenza del vivere in una maniera vera e sentita fino a desiderare l’uguaglianza e il rispetto, quasi prefigurando, in maniera inconsapevole, una visione morale del mondo in quanto “l’etica  richiede l’accadere del bene, della giustizia, della libertà  in atti, gesti, esperienze singolari e concrete, che sono modi di vivere la vita: amicizia, amore, passione, dolore, piacere, sforzo, pazienza, perdono“».

Qualcuno ha detto che è triste la persona in cui non rimane niente del bambino ed altri hanno aggiunto che un’infanzia felice è il più bel regalo che i genitori possano fare ai figli: forse conviene consultare «Pensieri in onda», non per cavalcare l’onda ma per poter dire ai nostri figli e nipoti ‘presente’… che non significa ‘acconsente’ per esaudire ogni richiesta ‘esagerata’.

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