Bari, la chiusura del Teatro «Purgatorio» è realtà


di Vittorio Polito - Come annunciato qualche settimana fa da Nicola Pignataro, e dal nostro Giornale, il Teatro “Purgatorio” ha chiuso i battenti. E così Bari si impoverisce di cultura, anche dialettale, sempre più.

Mi piace ricordare il Teatro Purgatorio attraverso Vito Maurogiovanni, scrittore barese in lingua e commediografo dialettale, molto legato alla vita teatrale soprattutto dialettale, in particolare per il suo “Jarche vasce”, sulle scene da oltre 35 anni.

Il grande Vito così scriveva di Pignataro e del “Purgatorio” nel suo libro “Cantata per una città” (Levante Editori): «Il dialetto diventerà sempre più il programma centrale de “Il Purgatorio”, specialmente quando Stucci passerà la mano ad altri soci, a Laricchia e a Nicola Pignataro. Il quale ad un certo punto rimarrà solo nella conduzione del locale e ne farà il tempio del dialetto barese, anzi del suo teatro in dialetto barese. Scrive difatti commedie una sull’altra, si avvale di buoni attori, prima fra tutte Mariolina De Fano. Ma il sodalizio non ha lunga durata. Pignataro non si ferma, ha trovato una formula buona; e soprattutto ha trovato la possibilità di portare in scena un personaggio che è lui stesso, un uomo buono, dalla voce pesante, dal baffo folto, amante della squadra locale, gran mangiatore di orecchiette e chiacchierone, bugiardello, commerciante che se non vende muore, e che se va a caccia ha sterminato selvaggina a non finire, proprio come sono i concittadini che porta, con la sua faccia in scena. A un tiro di schioppo dal “Purgatorio” sorge difatti l’imponente “Auditorium” - ahimè ancora chiuso ai grandi concerti».


Purtroppo per gli stessi «accanimenti burocratici subiti da parte dell'attuale Amministrazione Comunale», e per evitare “l’onta” della chiusura, il teatro si è suicidato alla presenza di attori, giornalisti, operatori TV e simpatizzanti. Un altro lutto per il teatro barese.
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