25 anni senza Gianni Brera, padre della letteratura del calcio

di NICOLA ZUCCARO - Sono passati 25 anni da quella tragica notte fra il 18 e il 19 dicembre 1992 quando, in un tragico incidente stradale, perse la vita Gianni Brera, una delle penne più colte del giornalismo sportivo italiano. Da "Abatino", per soprannominare Gianni Rivera, a "Rombo di tuono" (dedicato a Gigi Riva), fino al "Bonimba", soprannome affibbiato a Roberto Boninsegna, non pochi furono i neologismi e i soprannomi che rappresentano l'eredità da lui lasciata agli storici del calcio e alle giovani leve giornalistiche.

Di lui si è scritto e si è parlato molto, ma un elemento va aggiunto, alla luce dei numerosi libri che hanno arricchito l'editoria sportiva delle librerie e delle biblioteche. Gianni Brera fu capace di "unire in matrimonio" la scrittura cronachistica con quella squisitamente letteraria, divenendo uno dei massimi esponenti della letteratura sportiva ed in particolare delle "Lettere" applicate alla narrazione del calcio e anche di altri sport, che Brera seguì da inviato per numerosi quotidiani sportivi e non.

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