Baresi che hanno fatto la storia di Bari: Giovanni Abbatescianni

VITTORIO POLITO - Dopo Francesco Saverio Abbrescia (1813-1852), primo e grande poeta dialettale barese, non si può non ricordare Giovanni Abbatescianni (1865-1897), morto anch’egli giovanissimo, il quale è stato il primo studioso su base scientifica del nostro dialetto. Egli fu il primo a cui venisse in mente di studiare la nostra lingua, studiando prima i vocaboli di origine latina, tentando una classifica e ripromettendosi di riprendere successivamente il lavoro per meglio individuare la logicità e l’attendibilità. Successivamente si dedicò alla baresità, prima alla Puglia e poi a Bari e alla sua fonologia. Oggi questi studi potrebbero essere superati, ma ad Abbatescianni spetta il merito di aver intrapreso il sentiero.

Di famiglia povera, entrò in Seminario per interessamento di Mons. Carlo Lamberti, si diplomò in materie letterarie al Liceo “Cirillo” di Bari e conseguì la laurea in lettere all’Università di Pisa col massimo dei voti (1889) e i docenti di quell’Ateneo gli avevano predetto un brillante avvenire.
Due sono le opere pubblicate da Abbatescianni: “La lingua latina nei dialetti pugliesi” (Garofalo, Bitonto 1893) e “Fonologia del dialetto barese” (Tip. Avellino, Bari 1896).

Sul dialettologo barese non vi sono opere o scritti, si sa che era docente all’Istituto Nautico, e per la sua morte improvvisa, sono ricordati i necrologi di Andrea Gabrieli e quelli del preside Onofrio Porcelli e del collega Francesco Chimenti, pubblicati sull’Annuario dell’Istituto Tecnico Nautico (vol. XVI – 1897), che provano la genialità e il garbo di questo barese di prim’ordine, come ricorda Pasquale Sorrenti (1927-2003), nel suo libro “I Baresi” (Tipolitografia Mare).

Nel Cimitero di Bari un grande mausoleo ricorda il filosofo e l’asceta con una scultura a grandezza naturale.

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