Per la Juventus è la fine di un ciclo?

(via Juventus fb)

Sono passate poche ore dall’eliminazione della Juventus dalla Champions League e ciò che preoccupa maggiormente i tifosi juventini è il silenzio assordante della dirigenza, del presidente Agnelli e dei giocatori maggiormente rappresentativi. Nei minuti immediatamente successivi alla sconfitta contro il Porto, nessuno dei senatori si è presentato davanti alle telecamere e alla fine sono stati solo i due ventenni de Ligt e Chiesa ad assumersi le proprie responsabilità davanti ai microfoni di Sky. Paratici, Nedved, Chiellini, Bonucci, Buffon e Cristiano Ronaldo hanno invece deciso di affidarsi al silenzio e la sensazione è che tutti loro potrebbero ormai essere sul punto di salutare la Vecchia Signora.


L’eliminazione dalla Champions costringe la Juventus alla rifondazione

Per il terzo anno consecutivo la Juventus ha perso la partita di andata degli ottavi di finale di Champions League. Nel 2019, i bianconeri allora allenati da Massimiliano Allegri uscirono sconfitti dal Wanda Metropolitano di Madrid ma in quell’occasione una tripletta di uno straordinario Cristiano Ronaldo nella gara di ritorno regalò ai bianconeri il passaggio ai quarti, dove poi persero la doppia sfida contro l’Ajax. L’anno passato, la squadra di Maurizio Sarri uscì sconfitta dalla sfida contro il modesto Lione e fu costretta a dire addio anzitempo alla Coppa dalle Grandi Orecchie. Quest’anno, invece, Pirlo è stato eliminato dal Porto, di certo non uno dei top team europei, ma a differenza dei bianconeri i portoghesi hanno dimostrato di essere una squadra, andando anche oltre gli evidenti limiti tecnici. In tutte e tre queste esperienze negative, alla guida dell’attacco bianconero c’era Cristiano Ronaldo che, giunto a Torino con l’obiettivo di riportare la Champions all’ombra della Mole, non è riuscito nell’intento e non è mai andato oltre i quarti di finale. In vista della prossima Champions, sembra difficile immaginare che un Cristiano 37enne possa continuare a fare la differenza come fatto durante l’esperienza madrilena e sono in molti a pensare che in estate le strade del portoghese e della Juventus si divideranno. Il fenomeno di Madeira pare destinato ad accasarsi al Manchester United o al Paris Saint-Germain, con i francesi che all’11 di marzo, secondo le scommesse calcio di Betway, a quota 6,00, sono tra i favoriti indiscussi per la vittoria di quella che sarebbe la prima Champions League nella storia del club parigino.

In campionato i bianconeri sono a -10 dal primo posto

Le difficoltà in Europa sono una costante delle ultime stagioni dei bianconeri che, però, hanno sempre sopperito alle mancanze nella competizione continentale con la vittoria di tutto ciò che c’era da vincere in Italia. Dopo nove scudetti consecutivi, quest’anno il dominio Juve potrebbe interrompersi e c’è grande interesse nello scoprire se l’eliminazione dalla Champions League spingerà i ragazzi di Pirlo a reagire, oppure causerà un’ennesima flessione anche nella nostra Serie A TIM. Dopo 26 partite, seppur con una gara in meno rispetto all’Inter di Antonio Conte capolista, la Juventus accusa 10 lunghezze di svantaggio dai nerazzurri e non ha mai dimostrato di poter mettere in fila quel filotto di vittorie richiesto per accorciare sulle prime della classe. Nonostante i bianconeri nelle ultime 15 gare vantino il secondo miglior rendimento di tutto il campionato, l’Inter sembra aver trovato la propria identità e si avvia a vincere uno scudetto che manca da Milano da 10 anni. Ma a cosa sono addebitabili le difficoltà della Vecchia Signora? La colpa è di Pirlo, dei calciatori o della dirigenza? Tanto per cominciare, bisogna sottolineare che dall’inizio di questa stagione l’allenatore bresciano ha sempre dovuto fare i conti con le tante assenze che hanno decimato la rosa bianconera. Ciononostante, sembra evidente che i problemi della Juventus derivino di più dal fatto che questa squadra è stata costruita oggettivamente male da Paratici e Nedved. La superiorità dimostrata dai bianconeri negli ultimi nove anni avrebbe consentito alla Vecchia Signora di programmare con calma il ricambio generazionale. Ciò invece non è avvenuto e, anzi, dopo aver speso 100 milioni per il cartellino e 35 milioni di euro netti annui per l’ingaggio di Ronaldo, la Juventus è stata costretta a sfoltire la rosa che ora non è più competitiva come in passato.

In casa Juve c’è aria di tempesta. La calma apparente delle ultime ore nasconde l’imbarazzo e il nervosismo del presidente Agnelli che sarà inevitabilmente costretto a fare delle scelte difficili e non vediamo l’ora di scoprire come evolverà la situazione.

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