Barletta, ecco come si vive in via Foggia

di Nicola Ricchitelli. Tutto potrebbe avere inizio da quella pista ciclabile posizionata lì, in bella mostra: vantaggi pochi, disagi tanti. O per meglio dire, i vantaggi ci sarebbero se gli utenti della strada percorressero la pista ciclabile anziché preferire comunque la carreggiata adibita alle auto tuttavia le cose non vanno sempre così. Proseguendo lungo la strada altri dettagli non tardano a sbucare come funghi: i cordoli di cemento distrutti dal passaggio delle auto, i pali di protezione tra la pista ciclabile e la strada in alcuni punti distrutti completamente, fino agli automobilisti che lamentano un restringimento della carreggiata, il quale provoca nelle ore di punta un intasamento della zona. Il tutto viene completato dal fatto che in molte strade che sbucano su Via Regina Margherita (tra cui Via Luigi Tatò) sono presenti piste ciclabili che hanno un inizio ma non hanno una fine: come dire, giunti ad un certo punto bisognerebbe scendere dalla bici, caricarsela in spalla, e raggiungere un'altra pista ciclabile.
Si prosegue con i rivestimenti catarifrangenti posizionati sui paletti presi in pieno da chissà chi e quindi resi inutilizzabili, mentre lungo la strada alcuni fiori posizionati sui paletti di protezione ancora rimasti in piedi fanno riflettere, pensare, oltre che generare certi sinistri presagi. In fondo, quelle strade lì in passato sono stati scenario di tragedie e morti.
La visita prosegue nelle vie adiacenti a via Foggia; si prosegue, quindi, in via degli Artigiani. Anche qua non sfuggono le sterminate pista ciclabili inutilizzate, con i cordoli di cemento distrutti in alcuni punti, e molti pali di protezione mancanti per via della guida spericolata degli automobilisti. Tra l'altro, la strada è resa pericolante da alcuni tombini posizionati lungo di essa, e che crea problemi sia alle sospensioni delle auto ma anche problemi di tenuta di guida. In diverse zone non sfuggono le tante buche sparse in lungo e in largo, che rendono le carreggiate praticamente impraticabili, oltre ai bidoni dell'immondizia che oltre ad essere poco utilizzati vista la tanta sporcizia sparsa sui marciapiedi e lungo le strade, vengono posizionate in bella mostra lungo le piste ciclabili.
Lungo la strada incontriamo alcuni abitanti del posto con cui scambiamo qualche parola. Difatti, i disagi non finiscono qua: i cani, avvistati lungo il nostro iniziatico percorso, all'apparenza potrebbero sembrare randagi e magari potrebbero costituire pericolo per coloro che percorrono la zona in bici. Gli abitanti della zona tengono a precisare che sono dotati di microchip, curati e puliti (dunque, nessun disagio per gli eroici ciclisti), ma in realtà i problemi veri sono legati al mancato arrivo dei mezzi pubblici nella zona. E, infine, l'ultima ciliegina sulla torta: lo svolgimento di gare clandestine in tarda serata.

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