Ru486, mercoledì il primo aborto a Bari

BARI - Sono dirette in Puglia le prime scatole della pillola abortiva Ru486. "La prima consegna dovrebbe essere effettuata al Policlinico di Bari" ma alcune confezioni "stanno raggiungendo anche la Toscana". A riferirlo è Marco Durini, ginecologo e direttore medico della Nordic Pharma, distributore esclusivo della Ru486 per l'Italia.
E potrebbe essere pugliese la 'paziente zero' italiana ad abortire con la pillola Ru486. Mercoledì prossimo sarà somministrata la prima pillola abortiva al Policlinico di Bari. La donna, che sarà trattata in regime di ricovero, è del capoluogo pugliese. In questo caso - spiegano fonti del Policlinico - la paziente, piuttosto che il trattamento chirurgico, ha scelto in accordo con il medico il metodo farmacologico. Dieci i trattamenti ordinati dal Policlinico barese e il corriere è già partito. Nel pieno rispetto delle norme, precisano ancora dall'ospedale barese, proporremo alle pazienti tutte le metodiche a disposizione per l'interruzione di gravidanza. Sempre in regime di ricovero.

"Dobbiamo applicare la normativa che ha previsto l'utilizzabilità della pillola Ru486 nelle condizioni e nelle modalità che sono note", dice Fulvio Longo, dirigente del settore Prevenzione salute della Regione Puglia. "In questo momento stiamo facendo una ricognizione per verificare le modalità con cui verrà distribuita la Ru486 - spiega Longo - Finché esistono degli atti che ci dicono che questa è una pillola autorizzata dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), noi dobbiamo metterla nelle condizioni di essere utilizzata", precisa. "C'è molta enfasi su questa questione - conclude Longo - ma non mi sembra ci sia niente di nuovo rispetto a quello che già si sapeva. In Puglia, dunque, verranno rispettate le regole, quelle dell'Aifa".

"Intorno alla Ru486 si è creato un clima esasperato. Sono molto preoccupato. Spero che i toni si abbassino", afferma dal canto suo Durini. "Al momento - sottolinea - non ho ricevuto alcuna minaccia, né pressione di alcun tipo. Però - ribadisce - sono molto preoccupato. Il clima è troppo teso". Il direttore medico della Nordic Pharma invita tutti ad abbassare i toni. "Anche perché - conclude - stiamo parlando di un prodotto che è stato autorizzato dalla legge e da tutti gli organi preposti al controllo dei farmaci".

Intanto il neo governatore del Piemonte, il leghista Roberto Cota, dopo le recenti polemiche, ha chiarito oggi la sua posizione nei confronti della Ru486: "Ho sempre avuto una posizione chiara e mai in contrasto con la legge, invito tutti a rileggere bene le mie dichiarazioni". "Sono per la difesa della vita e quindi diversamente dalla presidente Bresso non sono a favore di un uso disinvolto che non preveda il ricovero ospedaliero. Per questo - aggiunge - ho chiesto ai direttori generali della sanità piemontese di attendere le linee guida del ministero della salute sulla somministrazione del farmaco". Sottolineando, poi, che l'affermazione di lasciare le pillole nei magazzini dell'ospedale Sant'Anna è nata come risposta a una battuta fatta dal direttore di Libero, Maurizio Belpietro nel corso di un'intervista televisiva, Cota conclude "poiché l'uso di questa pillola è potenzialmente molto pericoloso per la salute della donna credo sia necessaria molta cautela e la mia posizione e' sempre stata molto chiara".

L'invito a rispettare la legge era arrivato dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che - a 'La Repubblica' - aveva detto: "C'è una legge, se la leggano. E anche se sembra ovvio dirlo, tutte le leggi vanno rispettate". Alle Regioni, il ministro rivolge l'invito "ad attenersi alle indicazioni del consiglio superiore della sanità che prevedono, nel rispetto della legge 194, che la pillola Ru486 venga data in ricovero ordinario fino all'avvenuto aborto".

Dal canto suo il neo governatore del Veneto Luca Zaia ha detto di rispettare "tutti coloro che sono intervenuti in questo dibattito, ne comprendo le profonde sensibilità e vorrei che si rispettassero le mie. Che sono quelle, innanzitutto, di un amministratore pubblico che deve avere a cuore la salute delle donne". E aggiunge: "Nell'ambito della 194 abbiamo delle grosse perplessità rispetto alla sperimentazione perché ci sono stati dei morti - ha detto in un'intervista ad Affaritaliani.it -. Resto contrario dal punto di vista etico. Stiamo talmente banalizzando la questione che la Ru486 rischia di diventare l'aspirina delle minorenni. Interpreto appieno le parole del Papa, al di là della legge c'è anche una questione etica. L'ho fatto con gli Ogm, lo faccio anche con questa pillola".

"L'unica ipotesi praticabile è quella in ospedale. Non sono favorevole a questo percorso, sono sempre stato contrario e manterrò questa linea anche da governatore": a unirsi al coro dei no alla pillola abortiva è il neo presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti .

A invitare il Pdl a non seguire la Lega nelle crociate propagandistiche sulla Ru486 perché "significa consegnare al Carroccio l'egemonia culturale della coalizione" è Benedetto Della Vedova, deputato del Pdl.

Più prudente è infatti la posizione del governatore lombardo Roberto Formigoni che ricorda come "in Regione Lombardia negli ultimi 15 anni la difesa accanita e la promozione della sacralità della vita dal concepimento alla fine naturale, si è sempre accompagnata al doveroso rispetto delle leggi nazionali, anche quando non condivise". Le modalità concrete per l'utilizzo della RU486, "cui rimaniamo contrari idealmente e culturalmente ma al cui utilizzo non possiamo opporci per il doveroso rispetto che ogni Regione ha nei confronti delle leggi e dei provvedimenti dello Stato, sono stabilite dai responsabili delle unità operative di ostetricia-ginecologia degli ospedali lombardi, anche questo nel rispetto delle competenze e responsabilità di ciascuno".

A Milano pochissime donne si sono presentate in questi giorni nei consultori per chiedere la Ru486. Ad affermarlo sono i ginecologi della metropoli che preferiscono "attendere indicazioni chiare dall'Asl" di Milano e prendono tempo con chi vorrebbe usare la pillola: il farmaco non è ancora arrivato negli ospedali lombardi - spiegano - e non possiamo aiutarle.

Per Anna Finocchiaro (Pd), la polemica post elettorale sulla Ru486 è "un gran polverone di propaganda che ci si poteva risparmiare, l'ennesima cagnara senza senso sollevata dalla politica sulla pelle delle donne".

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