“Stato” di necessità per gli alluvionati di Ginosa

di Mauro Guitto - Abbiamo recentemente assistito all’ennesima alluvione sul territorio italiano. Stavolta e ancora una volta è toccato alla città di Genova ma è solo l’ultima di un elenco in cui figura anche il Comune di Ginosa nel tarantino.

I danni a cose, persone e all’agricoltura sono ingenti. Genova come Ginosa sono state messe in ginocchio ma la cosa più grave e preoccupante in prospettiva è la certezza che tutto poteva essere evitato o quantomeno limitato se fossero stati realizzati i preventivi controlli e interventi di messa in sicurezza nelle zone, luoghi e territori ampiamente conosciuti per le loro caratteristiche intrinseche e considerati come “a rischio” dagli esperti.

E quindi, cosa non ha funzionato? Chi non ha fatto il proprio dovere e perché? Lo chiedono anche i genovesi che sono molto arrabbiati e chiedono in coro le dimissioni del sindaco Marco Doria, del presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e dell’Arpal, colpevoli secondo i cittadini di non aver fatto quanto di loro competenza per evitare ciò che è accaduto.

A Genova sono volati sputi, oggetti e insulti ad alcuni dei componenti dell’Amministrazione comunale, durante la manifestazione di protesta organizzata nella città ligure alla quale hanno partecipato anche i cantanti genovesi Cristiano De André e Francesco Baccini. Una delegazione dei partecipanti al corteo, dopo aver raggiunto la parte antistante il Municipio, ha poi incontrato il Sindaco. Il Primo cittadino ha annunciato che ridurrà o azzererà (ove possibile) i tributi comunali con la realizzazione di un fondo iniziale di 2 milioni di euro. Il Governo dal canto suo ha fatto sapere di aver sospeso il pagamento dei tributi (dal 10 ottobre al 20 dicembre) per i contribuenti che risiedono nei comuni devastati dall’alluvione della Liguria.

Tutto questo non basta, non può bastare. La gente non è più disposta a ricominciare continuamente da zero e a fidarsi delle solite parole e dei “contentini” ricevuti a danno avvenuto e con notevolissimi ritardi (quando arrivano). In quei luoghi, a stagione invernale ormai ufficialmente cominciata, si vive ormai a spalare fango nel terrore e nella paura che tutto possa nuovamente verificarsi e nel peggiore dei casi senza un proprio caro vittima dell’alluvione o senza casa, senza il proprio lavoro, la propria auto.

Ginosa, che ha ricevuto i fondi per l’alluvione del marzo 2011 solo alla fine del 2013, è stata teatro di altre due alluvioni nel 2013 (7 e 8 ottobre seguita da quella verificatasi tra il 19 novembre e il 3 dicembre 2013), che hanno provocato in quella di ottobre 4 morti ed entrambi gli infausti eventi hanno provocato anche ingenti danni alle infrastrutture locali e a numerose attività produttive.

Per i danni causati dalla prima alluvione per Ginosa, Laterza, Castellaneta e Palagianello sono stati riconosciuti con Ordinanza per Stato di Emergenza dallo Stato 7 milioni di euro (2,5 milioni di euro per Ginosa) al momento trasferiti ai comuni meno del 50%.

I fondi, suddivisi in due tranche, sono arrivati solo in estate per l’attuazione (si disse) dei primi interventi da eseguire in attesa di ulteriori aiuti (mai arrivati) considerati indispensabili dal Sindaco di Ginosa. Dopo diversi mesi di attesa e dopo vari solleciti tra i quali un incontro a Roma del Sindaco De Palma (accompagnato dal Consigliere Regionale Lospinuso e da alcuni esponenti del Comitato Alluvione Ginosa) con l’On. Boldrini e alcuni rappresentanti del Governo si è sbloccata la seconda Ordinanza con 9 milioni di euro per tutta la Puglia (1,5 milioni per Ginosa) mai giunti a destinazione. Si attendono ancora i 9 milioni di europromessi dal Governo centrale per i danni causati dalla seconda alluvione. Il Sindaco, Vito De Palma, sottolinea ancora una volta l’urgenza di intervenire al più presto possibile per mettere il territorio in assoluta sicurezza e per la realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico.

De Palma tiene a ricordare che gli unici due interventi realizzati per il Castello Normanno e nel centro storico sono stati a totale carico del Comune di Ginosa.

Il Comune di Ginosa attende la positiva risposta per il progetto di 3 milioni di euro che ha presentato per l’utilizzazione ai fini della ricostruzione dei fondi dell’8 per mille. Il Sindaco spera in un convinto coinvolgimento da parte del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola sulle orme di quanto fatto dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che proprio sabato scorso annunciava con soddisfazione e orgoglio il recupero in soli 8 mesi delle mura medievali franate a Volterra (un Comune di 10.595 abitanti della prov. Di Pisa) grazie al decisivo contributo della Regione di 3 milioni.

Ma allora, visti gli esempi in tutta Italia, buoni (pochissimi) e cattivi (troppi), visto l’esempio (buono) della Regione Toscana e considerato l’esempio (meno buono) della Regione Puglia, il problema qual è? Perché è così difficile predisporre seri programmi di prevenzione e di messa in sicurezza di quelle zone a rischio idrogeologico? Perché i fondi ci sono ma restano spesso bloccati sui tavoli di qualche Ministero tra mille carte, autorizzazioni e decreti e quando arrivano sono il risultato di mesi di pressioni dei rappresentanti dei comuni alluvionate? E perché le Regioni spesso non riescono a supportare economicamente i comuni messi in ginocchio da queste calamità pressando e sollecitando in modo deciso il Governo Centrale o impegnandosi direttamente alla all’anticipazione di fondi mettendoli subito a disposizione dei comuni stessi? Trattasi solo di burocrazia ? O lo vogliamo chiamare disinteresse, negligenza, incoscienza o forse incompetenza ? Sta di fatto che in Italia si perde tempo in Parlamento in discussioni futili come quelle relative alle polemiche sull’esito di una partita di calcio (vedasi il recente Juve-Roma) e sulla possibilità dell’utilizzo della moviola in campo e poi non si dedicano ore e ore di tempo che servirebbero per discutere di argomenti importantissimi e delicatissimi come garantire la sicurezza del territorio italiano e soprattutto di chi ci vive.

Speriamo seriamente che le cose cambino alla svelta perché l’inverno si sta già facendo sentire molto seriamente da nord a sud con copiose piogge e Governo, Regioni e Comuni non possono farsi trovare impreparate (colpevolmente o meno).

Il nemico numero uno non è tuttavia la natura, ma troppo spesso l’incosciente atteggiamento dei rappresentanti delle Istituzioni che si perdono in chiacchiere e polemiche, mentre soldi pubblici vengono destinati a “scopi diversi” e mentre carte e provvedimenti giacciono sulle scrivanie in attesa delle firme per far partire gli importantissimi lavori di prevenzione, mantenimento e ricostruzione ove i danni siano già stati fatti (e subiti).

Intanto la Protezione Civile, sempre in prima linea sull’intero territorio italiano in situazioni di emergenza e non solo, sulla base delle previsioni del tempo, per la giornata di oggi 23 ottobre 2014 ha valutato la criticità arancione per rischio idraulico sui settori meridionali delle Marche, e per rischio idrogeologico su buona parte dell’Abruzzo e Molise e sulla Puglia settentrionale e sulla parte tirrenica di Sicilia e Calabria. Criticità gialla invece per il resto dell’Italia.

Allo stato attuale delle cose c’è solo da augurarsi che non accada nulla di grave.

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