I pellegrini a San Nicola di Bari

di Vittorio Polito - Nell’era cristiana il pellegrinaggio rappresentava un momento importante della vita culturale e sociale. Per molti rappresentava l’unica occasione per uscire dal luogo natio e nella maggior parte dei casi si trattava di persone più facoltose, poiché serviva anche un minimo di disponibilità per pagarsi il necessario nei giorni di lontananza da casa. Le mete? Erano i santuari più conosciuti con le immagini più venerate.

Con l’arrivo a Bari (1087) delle reliquie di San Nicola iniziano anche i pellegrinaggi verso la nostra città, come racconta, il cronista Niceforo nel suo testo “Translatio Sancti Nicolai in Varum”, ricordando anche i miracoli elargiti a favore degli stessi pellegrini. Successivamente una moltitudine di persone accorrono al santuario di San Nicola, anche per i miracoli che si verificano, al punto che il XII secolo, ricco di visitatori illustri, registra la presenza di Papi, re e imperatori.

Tra il 1209 ed il 1214 giunse a Bari il beato Egidio di Assisi, uno dei primi compagni di San Francesco, ma non si esclude il pellegrinaggio dello stesso San Francesco presso le reliquie di San Nicola.

Facendo un salto a piè pari, arriviamo ai giorni nostri registrando la visita di Umberto I, Vittorio Emanuele III e la regina Elena, ed altri.

Il 1951 segna un anno importante per la Basilica, che vede l’affidamento del Santuario ai Domenicani da parte di Papa Pio XII.

Anche Papa Giovanni Paolo II è stato pellegrino presso la Basilica del Santo (26 febbraio 1984), mentre Joseph Ratzinger, non ancora Papa, venne in visita a San Nicola il 29 gennaio 1985. Carlo e Diana d’Inghilterra, fra ali festanti della popolazione del centro storico, fecero visita a San Nicola il 2 maggio 1985.

Ovviamente, fra tutti i pellegrinaggi all’urna del Santo, si registra quello più sentito da parte dei russi che vede anche la presenza il 14 marzo del 2007 del presidente della Russia Vladimir Putin, la cui visita riveste un significato ecumenico eccezionale.

I pellegrinaggi al Santo di Bari non si contano, anzi aumentano di giorno in giorno, oltre che di personaggi di spicco, anche di quelli popolari che giungono da diversi paesi, in massima parte dalla provincia di Chieti.

Le notizie riprese in questa nota sono di p. Gerardo Cioffari o.p., storico della Basilica barese, autore di numerosissime pubblicazioni sul nostro gran Santo , tra cui “Pellegrini a San Nicola di Bari nella storia”(realizzato da Levante Editori per Centro Studi Nicolaiani), il quale nelle conclusioni scrive tra l’altro «Il volto nuovo del pellegrinaggio nicolaiano è quello di essere cattolico ed ortodosso insieme. Non più soltanto cattolico con visite e preghiere degli ortodossi. Oggi si può parlare di un vero e proprio pellegrinaggio ortodosso (prevalentemente russo), costante e non più saltuario. Attraverso il pellegrinaggio S. Nicola è tornato ad essere il Santo di tutti o, come dice uno scrittore tedesco citato da papa Benedetto XVI, il “Santo della Chiesa indivisa”». Insomma il Santo ecumenico per eccellenza.

E poiché siamo in prossimità della sua festa (6 dicembre), mi piace riportare una toccante preghiera di Anonimo recitata dinanzi alla Tomba di San Nicola.

’Nnanze alla tomba  de Sanda Necole

Sanda Necole mi, prime de fermarme ’nnanze a Te, m’agghia genecchià pe salutà, come fascene tutte le vère Crestiane, Gesù Beneditte.
Gesù  buène, t’adoreche ogne memènde in Sacramènte ’nzijme a tutte l’angeue e le sande ca stonnengijle, e che te   adoreche Dio Padre, ca mà crèate, e u Spirede Sande ca me sèmbe lusce e buène penzijre.
E mo m’aggenocchieche purennanze alla Tomba to, pe discete ca de vogghie bène assà percé tu si u protèttore mi e pe cercarte grazzie e protezzione.
Tu ma da raccomandà sembe a Di percé non ma va mangà ma la grazzia so.   
Non te si scherdanne de tutte chidde de case, de le parijnde mi, de l’amisce e de quande vèlèssere venì  ad acchiarte ma non podene venì o  percè javetene lendane o percé stonne fore de Bare, ma chiù de tutte arrecuèrdete de tande janeme devote ca non podene cammenà percé stonne cenguate sope a na sègge oppure stennute  ijnde a nu lijtte a seffrì.
Aiute tutte quande, Sanda Necole buène mi.
E cosi sia.

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