Lecce, più di cento imprenditori della provincia hanno sottoscritto un contratto di rete

LECCE - Da soli non ce l’avrebbero fatta a competere sui mercati nazionali ed internazionali. Né avrebbero avuto i mezzi necessari per realizzare i loro progetti innovativi, condividendo piani di investimento, programmi di formazione ed operazioni di marketing. Ma insieme hanno potuto superare i grossi limiti di natura dimensionale delle imprese salentine.

Sono più di cento le aziende della provincia di Lecce che hanno già sottoscritto un contratto di rete. Si tratta di una forma di aggregazione che consente ai titolari di ditte individuali e società di stringere legami più solidi e, nello stesso tempo, flessibili per proporsi sui mercati domestici e globali.

Possono gettare, così, le basi per operare in forme sempre più stabili (a differenza, ad esempio, delle associazioni temporanee di impresa, Ati) e coinvolgendo il «core business» di ciascuna azienda (a differenza dei consorzi).

Un modo del tutto nuovo, dunque, per affrontare con successo le sfide di un mercato che si dimostra sempre più ostile verso le micro e piccole imprese.

L’indagine condotta dall’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce, diretto da Davide Stasi, prende in considerazione tutte le forme giuridiche d’impresa, dalle ditte individuali alle società di persone o di capitali, che, in questi anni, hanno deciso di fare squadra in una provincia, dove non sono mancati pregiudizi, piuttosto diffusi e ben radicati, contro le aggregazioni.

I contratti di rete stipulati nel Salento hanno coinvolto 32 imprese del comparto dei Servizi, 22 imprese agricole, 21 manifatturiere, 17 commerciali ed altrettante impegnate nel settore turistico. Più in dettaglio, ditte edili specializzate, rivendite all’ingrosso e al dettaglio, negozi di vicinato, ma anche farmacie, agenzie di viaggio e tour operator.

Di queste 28 hanno sede legale a Lecce, 14 a Casarano, 8 a Nardò, tre a Maglie; due ad Arnesano, Cavallino, Gagliano del Capo, Galatina, Galatone, Giuggianello, Martano, Melendugno, Miggiano, Seclì, Soleto, Supersano, Taurisano, Taviano, Tuglie e Veglie; una sola ad Acquarica del Capo, Alezio, Aradeo, Calimera, Caprarica, Carmiano, Carpignano Salentino, Castrignano de’ Greci, Corigliano d’Otranto, Cursi, Cutrofiano, Gallipoli, Giurdignano, Lequile, Leverano, Lizzanello, Monteroni, Parabita, Racale, Ruffano, Salice Salentino, Salve, San Cassiano, San Cesario, Sannicola, Scorrano, Spongano, Tricase, Vernole e Zollino.

«Questa indagine – spiega Davide Stasi, direttore dell’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce – consente di comprendere l’importanza dei contratti di rete. Sono poche le grandi, mentre sono tantissime le micro e piccole imprese: è questa la struttura della nostra economia. Ma pensare “al piccolo” non significa, per forza, pensare “in piccolo”, soprattutto nel contesto economico che stiamo vivendo, caratterizzato da una forte competitività, anche internazionale, a cui l’impresa di dimensioni ridotte non è sempre in grado di far fronte. Era diventata una necessità permettere alle imprese di crescere senza perdere di identità e radicamento. La legge 33 del 9 aprile 2009, che favorisce l’istituzione del contratto di rete, rappresenta un grande passo in avanti per la nostra economia sul piano legislativo, economico, ma anche culturale. Ha, in un certo senso, aperto una nuova fase del modello di sviluppo, iniziato oltre quarant’anni fa con i distretti industriali».

I riferimenti normativi del contratto di rete vanno ricercati nel decreto legge 5/2009, convertito in legge 33/2009 e modificato con legge 99/2009); decreto legge 78/2010, convertito in legge 122/2010; decreto legge 83/2012 convertito in legge 134/2012; decreto legge 179/2012 convertito in legge 221/2012.

«I contratti di rete – conclude Stasi – si stanno dimostrando uno strumento dalle grandi potenzialità per le piccole e micro imprese che, grazie a questa alleanza, hanno deciso di percorrere un “pezzo di strada” insieme. I risultati, in certi casi, non sono tardati ad arrivare, oltre agli indubbi vantaggi fiscali e agli altri benefici, come la riduzione dei costi, l’apertura di linee di credito ad hoc ed una maggiore forza contrattuale nei confronti dei fornitori, ma non solo».

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto