Fondi Ue, D'Amato (M5s): "Il crowdfunding per co-finanziare la politica di coesione è già realtà, Regioni del Sud si muovano"

BARI - In Europa, il crowdfunding ha raggiunto un volume di affari di 8 miliardi con un tasso di crescita annuale del 94%. Eppure, siamo ancora in enorme ritardo nei confronti degli Stati Uniti, dove le piattaforme raccolgono 32 miliardi, e ancora di più rispetto al mercato asiatico, che ha un volume di 221 miliardi. E' quanto emerge dai dati presentati oggi al Parlamento europeo a Bruxelles nel corso della conferenza “Crowdfunding: a new opportunity”, organizzata dall'eurodeputata del Movimento 5 Stelle Rosa D'Amato.

“Il crowdfunding, in particolare quello civico, che riunisce cittadini, piattaforme e amministrazioni pubbliche, rappresenta una grande opportunità per una gestione socialmente più partecipata dei progetti locali connessi al miglioramente della qualità della vita urbana – dice D'Amato - Per questo è necessario che tale strumento trovi la giusta collocazione all'interno della politica di coesione europea. E' questo il motivo per cui oggi abbiamo messo intorno allo stesso tavolo chi gestisce le piattaforme di crowdfunding in Europa e la Commissione Ue”.

Alla conferenza, hanno partecipato Rachel Lancry Beaumont della DG REGIO della Commissione europea, Francesca Passeri dell'ECN (European Crowdfunding Network), Mauricio  O'Brien Marí della Piattaforma GOTEO (Spagna) e Hanne Lahousse della Piattaforma GROWFUNDING (Belgio).

“La Commissione europea è molto interessata alle opportunità legate al crowdfunding – ha detto Rachel Lancry Beaumont – Il crowdfunding potrebbe essere utilizzato in combinazione con i fondi europei strutturali e di investimento attraverso il cofinanziamento nazionale ma anche come parte di un cofinanziamento privato” che si aggiunge al programma operativo. Il crowdfunding civico è “un'opportunità anche per promuovere le politiche Ue presso i cittadini, perché li coinvolge direttamente”, ha aggiunto Lancry Beaumont.

Esperienze del genere, del resto, esistono già. “In Estremadura in Spagna – ha raccontato Francesca Passeri – è stato avviato un progetto che combina fondi strutturali e risorse che sono state attratte attraverso campagne di crowdfunding. Il progetto non solo ha permesso di coinvolgere maggiormente i cittadini, ma ha favorito anche la trasparenza nella gestione di tali risorse” pubbliche e private. Con questi presupposti, ha aggiunto Passeri, è stato creato il working group CF4ESFI, che mira proprio a istituzionalizzare questo tipo di cooperazione tra fondi strutturali e crowdfunding: “A oggi, il gruppo coinvolge 8 piattaforme di crowdfunding e 5 autorità di gestione (tra cui quelle della regioni Emilia e Friuli)”.

Per D'Amato, "le buone prassi che già esistono e le parole della Commissione Ue dimostrano che questo strumento puo' già essere sperimentato e utilizzato. Lo stanno facendo l'Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia. Le Regioni, i Comuni e le Pmi del Sud colgano queste nuove opportunità".

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