Neo-mamme, ecco come svezzare i vostri bambini

di FRANCESCO GRECO - Nascono sempre meno bambini, la Puglia è la regione dove l'indice di natalità è crollato di più. E se non ci fossero quelli degli extracomunitari sarebbe anche peggio. Si diventa mamme molto tardi. Sono un ricordo dell'altro secolo quelle belle famiglie numerose. La biologa-nutrizionista Cinzia Bleve (nata a Montesardo, studio ad Alessano) è appena diventata mamma di una bellissima bambina, Marika e quindi è molto sensibile (e preparata, come leggerete) sull'argomento.

Ecco quindi i suoi consigli per le ragazze in attesa e per i primi mesi dopo l'evento.

DOMANDA: Dottoressa Bleve, cosa deve mangiare una donna che aspetta un bambino? E quali cibi deve evitare? 
RISPOSTA: "L’alimentazione della donna in gravidanza non dovrebbe discostarsi di molto, dal punto di vista qualitativo, da quella di una donna adulta non in attesa. E’ importante che la futura mamma si nutra in modo equilibrato, variando le sue scelte a tavola. Dal punto di vista quantitativo, invece, non vale più la credenza che si debba mangiare “per due”: il supplemento calorico varia in base all’Indice di Massa Corporea pre-gravidico, al trimestre considerato e al tipo di gravidanza (se gemellare o non gemellare). Generalmente, per donne normopeso, si parla di 150 Kcal/die in più nel primo trimestre e 350 Kcal/die in più nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. Tradotto in Kg, l’aumento di peso consigliato è di circa 11,5-15 Kg per donne normopeso, 12,5-18 Kg per donne sottopeso e 7-11 Kg per donne in sovrappeso. Se è vero che la donna in attesa può continuare a mangiare quello che mangiava prima, in modo vario ed equilibrato, è anche vero però che dovrà porre particolare attenzione agli alimenti crudi, come frutti di mare, pesce e salumi, e all’igiene di frutta e verdura, per il rischio di contagio da Toxoplasmosi. E’ importante inoltre non eccedere nel consumo di carboidrati, soprattutto quelli raffinati, per non incorrere nel Diabete Gestazionale".

D. Fumo? Alcol? 
R. "La donna in gravidanza, così come la mamma che allatta, deve evitare l’alcol e il fumo. L’alcol è in grado di attraversare la placenta ed è una molecola tossica per il feto: se assunto regolarmente e in grandi quantità, ha effetti teratogeni e può provocare la Sindrome Alcolica Fetale, un insieme di disabilità permanenti che il feto può contrarre a causa del vino e altri alcolici bevuti dalla madre incinta. La donna fumatrice, una volta scoperto di essere in attesa, deve necessariamente eliminare il fumo dalle proprie abitudini, in quanto i pericoli associati al fumo in gravidanza sono numerosi e molto significativi, e comportano un aumento di rischio di parto prematuro, di aborto spontaneo e di gravidanza extrauterina. Inoltre, il fumo può danneggiare direttamente il bambino: quando si fuma vengono inalate oltre quattromila sostanze dannose che dai polmoni della mamma raggiungono il flusso sanguigno. Da qui, attraverso la placenta e il cordone ombelicale raggiungono il feto, riducendo l’apporto di ossigeno necessario per la corretta crescita del bambino. Le accortezze sopra descritte dovrebbero essere seguite anche durante il periodo dell’allattamento: bere birra non facilita la lattazione (sfatiamo un altro falso mito), così come non è neppure documentato che alcun tipo di bevanda assunto in abbondanza faciliti la produzione di latte, che dipende in gran parte dalla correttezza dell’attacco e della suzione. Tuttavia, un bicchiere di vino al pasto è consentito occasionalmente, ma è bene adottare la semplice precauzione di non allattare il bambino subito dopo che si è bevuto. Anche durante l’allattamento è importante creare un ambiente libero dal fumo, compreso quello passivo e quello cosiddetto di terza mano, cioè l’odore e le sostanze che rimangono sul corpo e sui vestiti dei fumatori (e sugli arredi domestici) e che vengono respirate e assorbite dai conviventi".

D. Può fare movimento? 
R. "Assolutamente si, compatibilmente con il parere del suo ginecologo".

D. Avuto il bambino, quale deve essere la sua dieta? 
R. "Per la mamma che allatta e non ha problematiche cliniche particolari, non è necessaria un’alimentazione particolare, né un aumento del fabbisogno calorico. E’ sufficiente introdurre alimenti e bevande in quantità e di qualità adeguate a sentirsi bene soddisfando il senso di fame e di sete. La riserva di tessuto adiposo accumulato in gravidanza associata all’energia introdotta con l’alimentazione quotidiana, assicurano la produzione di latte durante l’allattamento. Una mamma produce da 750 ml a un litro di latte e necessita di 500-700 calorie aggiuntive, una quota di energia facilmente assimilabile con una piccola porzione di cibo in più. La mamma che allatta può mangiare di tutto, fatta eccezione per pesce crudo e frutti di mare crudi. Cibi, come aglio, cipolla, cavoli, broccoli, non sono affatto controindicati durante l’allattamento come si diceva in passato, anzi, più l’alimentazione della mamma è variata, più il latte cambia sapore e maggiore è il gusto che prova il bambino".

D. Come deve svezzare per i primi mesi il bambino? 
R. "Più che di svezzamento (che indica l'abbandono definitivo del latte materno e/o artificiale), bisognerebbe parlare di passaggio da un’alimentazione esclusivamente a base di latte, a una fatta di latte e altri alimenti. Questa integrazione è necessaria perché il latte, a partire dai 6-8 mesi, incomincia a perdere gradualmente la sua completezza per alcune vitamine e sali minerali e dunque introducendo altri alimenti, definiti "complementari", è possibile supplire a queste progressive carenze e garantire al bambino una nutrizione adeguata e quindi un accrescimento regolare. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità e il Fondo per l'Infanzia dell'ONU (UNICEF), considerano il latte umano l'alimento ideale per i bambini fino a 6 mesi di vita, pertanto non è opportuno iniziare lo svezzamento prima della fine del 6° mese. Questa regola generale va ovviamente confrontata sempre con il parere del pediatra di famiglia che la adeguerà alle esigenze del bambino".

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