Aria insalubre per gli ammalati del Policlinico di Bari per il grande parcheggio interno a pagamento


di VITTORIO POLITO – Numerose volte questa testata si è interessata ai problemi del Policlinico di Bari, in particolare dei problemi relativi al traffico interno e alla tutela della salute che, come recita l’art 32 della Costituzione, è “…un fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”, ma al Policlinico di Bari si fa esattamente il contrario.

Nell’aprile 1990 la “Gazzetta del Mezzogiorno” pubblicava una mia lettera dal titolo «Il Policlinico è gravemente ammalato», nella quale lamentavo il grave stato di salute dello stesso per l’elevato inquinamento ambientale. Da allora son passati quasi trent’anni e si è fatto poco, anzi nulla, per migliorare la situazione. Si parlava già di salvaguardare la salute degli ammalati, del disagio che avevano le ambulanze nel transitare nei viali, degli incidenti, della umanizzazione, ecc. 

Per limitare il traffico nel Policlinico, nonostante proteste, ordinanze, interventi dell’Istituto di Medicina del Lavoro, autorizzazioni, un’ordinanza del TAR, non sono state sufficienti a cambiare e/o risolvere minimamente la situazione, che è notevolmente peggiorata con l’apertura di Asclepios, il trasferimento del pronto soccorso e di altri reparti. Ogni tentativo di far valere i divieti e di far rispettare le ordinanze si sono tramutati in caos, paurosi ingorghi, liti continue agli ingressi. La situazione a tutt’oggi è assolutamente peggiorata, e di molto, dal momento che nessuno è capace di assumersi la responsabilità di risolverla seriamente. 

Lo stesso ex direttore generale Dattoli propose di trasformare il Policlinico in un grande parcheggio (?), oggi realizzato dal suo sostituto Migliore, quindi il cosiddetto “polo di eccellenza” diventa “area di parcheggio a pagamento”, in barba a tutte le disposizioni che considerano gli ospedali “zone particolarmente protette”, da chi e da cosa non si sa, è certo che ora si può definire, dopo le recenti decisioni del direttore generale, “polo di confusione”.

Nessun amministratore, ad oggi, è stato in grado di evitare l’ingresso sconsiderato delle auto nel Policlinico, proprio una vergogna se si tiene conto che gli ammalati hanno diritto a soggiornare in ambienti silenziosi ed esenti da qualsiasi inquinamento. Per non parlare della “umanizzazione”, cioè di quel processo in cui si deve porre il malato al centro della cura con la massima attenzione posta alla persona nella sua totalità per i bisogni organici, ambientali, psicologici, relazionali e affettivi. Meraviglia anche il silenzio della Facoltà di Medicina.

Il concetto di ‘umanizzazione’ non è solo una prerogativa degli obiettivi delle aziende sanitarie moderne. Umanizzare le cure e l’assistenza, è uno dei capisaldi della medicina intesa come scienza rivolta alla salute dell’uomo.

Umanizzare significa soprattutto rispetto della persona che va trattata non come un oggetto ma come un soggetto con la sua dignità, per cui oltre ad ascoltarlo, informarlo, seguirlo nei vari percorsi sanitari, va aiutato a superare disagi, barriere architettoniche, eventuali disabilità legate alla malattia o altro e, soprattutto, farlo soggiornare, nel periodo della degenza, in un ambiente salubre sotto tutti i punti di vista, non in un area dedicata al parcheggio come sta avvenendo nel Policlinico di Bari.

Ricordo al direttore generale del Policlinico e al direttore sanitario che sono responsabili della salute degli ammalati ospitati nel nosocomio, e che “Umanizzare” non significa solo curare o disporre di ambienti comodi ed eleganti, ma assistere il più umanamente possibile una persona, sia essa grande o piccola nell’età e nella patologia, con disponibilità, educazione e, soprattutto, rispetto.

Il “parcheggio” nel Policlinico è un attentato alla salute, non solo dei degenti, ma di tutto il personale che presta servizio e degli utenti della sanità che quotidianamente frequentano i vari ambulatori.

È strano che nessuno si accorga della gravità di questa assurda decisione che attenta alla salute di gente indifesa, come gli ammalati, che è costretta a respirare aria inquinata invece di aria salubre.

Sindaco, assessore regionale alla sanità, autorità competenti, cosa aspettate ad intervenire? Non è vostra la responsabilità e la competenza della salute dei cittadini?
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