'Mediterraneo, mare di pace', monito di Filippo Maria Boscia: ‘Non abbiamo bisogno di rapporti velati, ma sinceri’

di GRAZIA STELLA ELIA - Di solito, alla chiusura di un convegno, sorge la domanda se sia opportuno pubblicarne gli atti, o lasciare che tutto cada nell’oblio. In questo caso, per un convegno così importante, con titolo e contenuti dall’alto spessore etico, sociale e culturale, la pubblicazione era d’obbligo.

Ecco dunque questo libro, Mediterraneo, mare di pace, curato da Filippo Maria Boscia e Santa Fizzarotti Selvaggi, con la Lectio Magistralis di S. E. Mons. Francesco Cacucci, uscito da poco con Levante editori di Bari.

La lettura inizia dalla Premessa di donna Mila Brachetti Peretti, Presidente Nazionale dell’Associazione Crocerossine d’Italia – Onlus, a cui segue la Prefazione intitolata Il saluto della sezione di Bari dell’Associazione Crocerossine d’Italia - Onlus di Grazia Andidero, Responsabile della Sezione di Bari.

A seguire l’Indirizzo di saluto, in rappresentanza del Rettore Prof. Antonio Felice Uricchio, di Angela Patrizia Tavani. A pagina 10 l’Intervento della stessa Angela Patrizia Tavani, docente di diritto ecclesiastico e canonico nell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Avvocato della Rota Romana, la quale sottolinea l’importanza del Convegno, il cui tema avrà un seguito nel febbraio 2020, quando Bari sarà sede dell’incontro di Vescovi, di Patriarchi di Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e di altri prelati provenienti dall’Europa, dall’Asia, dall’Africa. Ella tra l’altro dice: “La prospettiva […] è quella di restituire al Mediterraneo la dimensione che gli è sempre stata congeniale: crocevia di popoli, culture, religioni, luogo in cui possa regnare la pace”.

Non è facile, ma non impossibile la pace tra popoli dalla diversità etnica, che pure hanno uguali finalità e ambizioni: “la non violenza, la democrazia, il rispetto delle risorse naturali, la non discriminazione, la promozione dei diritti umani”, senza mai dimenticare che hanno un comune destino. E’ giusto pertanto che i popoli mediterranei si avvicinino non solo sul piano religioso, ma anche sul piano ambientale e sociale, facendo leva anche su motivazioni di carattere storico, per giungere ad una convergenza “verso un porto unico”.

Da pagina 17 a pagina 25 si legge il saggio L’arte della cura nella costruzione delle ‘terze terre’: i luoghi della creatività e dei valori umanitari di Santa Fizzarotti Selvaggi, Vice Presidente Nazionale Associazione Crocerossine d’Italia – Onlus.

La scrittrice poetessa tocca subito il problema drammatico “dei profughi e degli immigrati, dei bambini usati ed abusati, di tutti coloro che esperiscono una qualsivoglia violenza. Metodo a cui ricorrere è “l’Arte della cura”, che in sostanza vuol dire solidarietà: una solidarietà fondata sulla humanitas, una poiesis tramite le “terze terre”, terre della creatività condivisa, con l’auspicio di “un’epoca di avvento: l’accadere trasformativo”.

Ecco ora la lectio magistralis Mediterraneo, frontiera di pace di S. E. Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo metropolita di Bari – Bitonto. Sono pagine dotte, di una dottrina storico-evangelica che propone una presa di coscienza seria e risolutiva  delle molteplici problematiche che riguardano i popoli del Mare nostrum.
Povertà, violenze e guerre causano le migrazioni attuali, sempre più osteggiate, nonostante il grido di Papa Francesco che ha detto: “Difendere la giustizia e la verità è tutt’uno con l’accogliere il Vangelo, che ha trionfato sull’ingiustizia, la menzogna e l’empietà”.

Perché l’accoglienza possa diventare integrazione bisogna sentire “il dovere evangelico e umano di accogliere chi è in difficoltà e chi viene accolto ha il dovere di rispettare tradizioni, costumi, fedi di coloro che accolgono: pensieri che rappresentano un prezioso contributo all’incontro di eminenti personalità a Bari nei giorni 19 – 23 febbraio 2020. Sarà un incontro straordinario, dall’aspetto ecumenico, anche nel nome di San Nicola, “Santo mediterraneo” e universale.

Troviamo a pagina 27 l’articolato saggio di Oronzo Sciacovelli, ordinario di Chimica organica (i q) Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, il quale afferma che il Mediterraneo è stato teatro di guerre fin da secoli lontani e descrive la guerra tra egizi e ittiti con dovizia di particolari. Una lunga guerra che si concluse con il trattato di Kadish, che vedeva tra i protagonisti, per la prima volta, una donna, la Regina Puduhepa. Una regina speciale, capace di far nascere la pace fra accaniti contendenti.

Si passa alla relazione Mediterraneo, mare di pace. Bambini in transito tra due mondi di Filippo Maria Boscia, ginecologo e Presidente nazionale AMC. Come suggerisce il titolo, l’autore intende parlare di bambini stranieri, specialmente di quelli non accompagnati o di quelli allo sbando. Ad essi non vengono riconosciuti diritti. Sono fragili e vulnerabili e pertanto hanno bisogno di trovare un’accoglienza empatica, che faccia superare le tante difficoltà di creature costrette all’esilio.

Occorre “un’azione di interscambio e comunicazione culturale” perché quei bambini possano “connettere due mondi: quello di provenienza e quello di arrivo”. Mezzi risolutivi possono essere: l’uso di strumenti che aiutino a camminare insieme, operare per il bene e per il bello, abituarsi a condividere e non a prevaricare.
Incisive le parole conclusive: “Non abbiamo bisogno di rapporti velati, ma di rapporti sinceri!”.

Ed ecco un’altra relazione: Il ruolo di Bari nel Mediterraneo dopo il recupero del ruolo storico di ponte tra le religioni di Oriente e Occidente di Antonio Troisi, Ordinario di Scienza delle Finanze (f. r.) Università degli Studi di Foggia.

Nell’incipit egli si riferisce a quanto è scritto nella Lectio Magistralis dall’Arcivescovo di Bari, quando riporta l’invito di Papa Francesco durante l’incontro ecumenico del 7 luglio 2019 “a chiudere l’epoca dell’egoismo di pochi a danno di molti”.

Riflettere sui “grandi temi di interesse collettivo: la questione ambientale e quella delle migrazioni. Far leva sul concetto del “nesso inscindibile che vi è tra diritti e doveri”.

Bari, con la sua ricchezza di saperi e le sue attitudini innovative, potrebbe impegnarsi su tre versanti: 1) Bari terra di regionalismo differenziato; 2) Bari eurocapitale di turismo religioso; 3) Bari ponte tra i Balcani e l’Europa; 4) Bari terra di accoglienza e integrazione. L’auspicio può essere che “il Mediterraneo si trasformi in Mare d’Europa”.

Chiudono il libro le “Riflessioni conclusive” Mediterraneo: orizzonte di pace di Santa Fizzarotti Selvaggi. Ella, dopo aver espresso i ringraziamenti all’Arcivescovo, ai relatori e alle autorità, si chiede cosa sia mai il Mediterraneo ed a se stessa risponde che il Mediterraneo è il mare in cui “le Civiltà costruirono il mosaico dell’origine, delle culture, delle religioni, delle tradizioni, dei linguaggi ed è un utero, un mare che genera altro mare. E’ il mare degli orizzonti di pace”.
Un mare in cui tanti vanno alla ricerca della pace intesa come unione. Luogo di pace e di guerre; luogo di odio e di amore da sempre. E qui non poteva mancare la nota mitologica e poetica di una Fizzarotti dalla immensa cultura poliedrica e profonda.

L’identità europea di cultura, come ella dice, “scaturisce da nuclei fondanti quali il pensiero greco che rivisitò le filosofie d’Oriente, l’idea romana di diritto, il monoteismo e l’idea cristiana di coscienza”.

Di assoluta importanza è il ruolo della donna, come il Mare generatrice di vita e come la Terra nutrice, “fondamento da cui partire e a cui ritornare.”
La Puglia vanta la sensibilità e la solidarietà di donne storiche. E’ necessario che tutti ci rifacciamo a quei valori umanitari che risalgono a nobili predecessori e presupposti.

Si può dire, a questo punto, che un piccolo libro, come questo Mediterraneo, mare di pace, contiene concetti e pensieri di ben elevata dimensione e pertanto va divulgato e letto con attenzione, anche perché si può considerare un valido presupposto all’incontro con Papa Francesco.

Per concludere diciamo che il libro,  curato da  Boscia e  Fizzarotti Selvaggi, durante il convegno ha visto la  gestione e la conduzione affidata all’esperienza e alla professionalità  del dottor  Michele Cristallo, giornalista e saggista di chiara fama.

 Cristallo, cui viene unanimemente riconosciuto il garbo, lo stile e l’eleganza  con cui riesce a far fronte a situazioni ed imprevisti, ha dimostrato di essere un profondo conoscitore delle tematiche relative al volontariato;  introducendo i lavori ha fatto riferimento alla grande storia del Mediterraneo e alla Koinè linguistica. Con competenza ha  presentato i relatori, tessendo abilmente (da par suo), i vari passaggi tra i diversi interventi ed evidenziando lo splendido mosaico di questo piccolo grande  libro, propedeutico al grande incontro ecumenico con Sua Santità previsto per febbraio 2020 nella città nicolaiana.

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