'Ripartire': l'imperativo per il Bari post Foggia

(credits: Ssc Bari Fb)

NICOLA ZUCCARO -
Il blackout che ha oscurato il "Pino Zaccheria" nel primo tempo di Foggia-Bari è anche la metafora della sconfitta subìta dai galletti da parte della grintosa compagine rossonera. Essa, nel far suo il derby andato in scena nella serata del 1 novembre 2020, ha dimostrato che gare così prestigiose vanno interpretate con lo spirito giusto e non con l'approccio della pura formalità. Timbrare il cartellino per onorare la regolarità di un campionato che vede padrona la Ternana (5-1 al Catanzaro) è una linea che non paga se si vuole centrare la promozione diretta in Serie B, evitando le forche caudine dei playoff. 

E questo, per un Bari finito sotto processo a seguito dei malumori esternati dalla tifoseria dopo l'1-0 subìto a Foggia, deve essere evitato con uno sguardo attento ad un Girone C che si sta rivelando più insidioso del previsto per l'agguerrita concorrenza di compagini quali Teramo, Virtus Francavilla e Juve Stabia. 

Quest'ultima, reduce dal successo interno per 1-0 sul Bisceglie, sarà il prossimo avversario di un Bari che a Foggia, privo di mordente e di incisività offensiva, ha evidenziato dei preoccupanti segni di regresso sul piano caratteriale e tecnico-tattico. Elementi che richiedono un esame immediato e approfondito. E ciò perchè, come ha preannunciato Di Cesare nel dopogara di Foggia, il Bari è atteso a prove più impegnative e per le quali è richiesto, sin da subito, un cambio di mentalità.

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