Il buffone: chi è costui? Curiosità e proverbi

VITTORIO POLITO - Il buffone è la figura presente in molte fiabe e anche in molte residenze signorili. Costoro disponevano della cosiddetta “libertà buffonesca”, potendo dire così la verità mascherata in forma di scherzo, satira o burla.

Nel Medioevo e nel Rinascimento era un uomo per lo più fisicamente deforme o nano che aveva il compito di rallegrare con le sue battute i signori di corte, ma il buffone è chi si comporta e parla in modo da far ridere alle sue spalle, definito il buffone della compagnia o colui che rallegrava i signori di corte ed era definito clown, giullare, giocoliere, ecc. I buffoni di corte portavano abiti grotteschi dai variopinti colori.

Nel Medioevo i malati di mente erano definiti “buffoni” e dovevano portare un abito che li distinguesse, il camice buffonesco e un berretto provvisto di campanelli, in modo che godevano, come detto, della “libertà buffonesca” e non potevano essere ritenuti responsabili dei danni che procuravano. Il buffone è sovente parassita e vive alle spalle di coloro che danno retta alle sue scempiaggini.

«Al buffone era concesso dileggiare, percuotere, in un certo senso “punire” il padrone per il suo primato di ricchezza e potenza; e la stessa follia – reale o presunta che fosse – funzionava da salvacondotto. D’altra parte i jolly erano soggetti al medesimo trattamento, talvolta in forme umilianti e crudeli, con “scherzi” e dileggi che talvolta li portavano addirittura alla morte: “Si può dire – scrive Saffioti – che essi rappresentassero una sorta di ricettacolo per dare libero corso alla cattiveria dei signori e una valvola di sfogo per le loro frustrazioni”. Un “capro espiatorio permanente”, ma non solo: “La figura di un ‘matto’ in vesti ufficiali serviva a tranquillizzare sulla propria superiorità e sanità di mente e anche ad affermare agli occhi dei sudditi la regalità come perfezione attraverso il confronto con la deformità”». (Da una nota di Roberto Beretta del 5 agosto 2009 su Avvenire.it).

Ed ora i proverbi.

“I matti e i buffoni hanno libertà”. I matti sono irresponsabili e tutti li lasciano dire; ai buffoni, che un tempo stavano a corte, era consentito rivolgersi in modo irriverente perfino al principe. Chi non ha cervello e chi scherza può fare quello che ad altri non è consentito.

“Per i buffoni c’è sempre pane”. Per chi prende la vita allegramente, non considera nulla serio e c’è sempre posto dovunque e da vivere bene. Può essere detto malignamente, a chi accetta di passare per ridicolo. Una volta i buffoni avevano posti invidiabili a corte,

“Chi non ama vino, donna e canzone, per tutta la vita rimane un buffone”. Proverbio attribuito a Martin Lutero (1483-1546)

“Chi si vanta senza ragione, è un gran buffone”.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto