"Le telefonate del Capo dello Stato rimangano segrete"

ROMA. "E' importante mantenere la segretezza delle telefonate del Capo dello Stato" ha detto, durante una visita istituzionale a Mosca, il Guardasigilli Paola Severino.

Pietro Grasso intanto difende l'operato della Procura di Palermo sulle vicenda delle intercettazioni in cui e' coinvolto il Quirinale e il ministro Severino chiede che i nastri rimangano segreti. "I giudici di Palermo hanno agito come ritenevano che dovesse essere applicata la legge. Adesso a dire se lo hanno fatto o meno sara' la Consulta".

A margine di un'audizione in commissione Giustizia alla Camera, il procuratore nazionale antimafia parla con i cronisti delle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia che hanno coinvolto indirettamente anche il Quirinale. "Certamente i pm hanno agito in buona fede - sottolinea Grasso - anche se questo non basta, ci vuole un giudice terzo".

"E' una questione giuridica - sottolinea Grasso in merito all'intercettazione, anche indiretta e occasionale, di conversazioni del capo dello Stato e al conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale - nel nostro ordinamento non esiste una norma specifica, ma ora la questione a' affidata a buone mani, quelle della Corte Costituzionale, e non ci resta che aspettarne il giudizio. E' un fatto che il capo dello Stato non puo' essere intercettato, e' un fatto assodato" ma sul caso specifico a pronunciarsi sara' la Consulta".

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