Ilva: udienza gup, pm: tutti rinviati a giudizio. E i Riva presentano ricorso al Tar

TARANTO - Nuovo capitolo giudiziario dell'inchiesta 'Ambiente svenduto'. La procura di Taranto ha reiterato la richiesta di rinvio a giudizio per i 47 imputati (44 persone fisiche e tre società) dell'inchiesta sull'Ilva, tornata dinanzi al gup dopo che la Corte d'Assise, per un errore nel verbale del 23 luglio 2015, aveva annullato il decreto che disponeva il processo.

Rigettata dal gup l'eccezione di nullità sollevata dalla difesa, i pm si sono riportati alle conclusioni della requisitoria della precedente udienza preliminare. Poi l'avvocato Sergio Torsella, a nome delle parti civili, ha chiesto ugualmente il rinvio a giudizio degli imputati. La discussione dei difensori è fissata per il 10, 12, 15, 16, 17, 23 e 25 febbraio.

Intanto il gruppo Riva ha presentato ricorso al Tar Lazio per ottenere l'annullamento del decreto ministeriale che permette la cessione dei complessi aziendali di Ilva Spa in Amministrazione Straordinaria. Il ricorso, secondo quanto appreso dall'agenzia ANSA, è stato presentato nell'interesse di Riva Fire e contro la Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico nonché gli amministratori straordinari del Gruppo Ilva e la stessa Ilva Spa in A.S.

L'Ilva, durante la gestione Riva, "operava nei limiti per le emissioni atmosferiche stabilite dall'Aia rilasciata dal Ministero dell'ambiente" nel 2011. Lo apprende l'ANSA nel ricorso di Riva Fire al Tar Lazio. Viceversa "i commissari nominati dal governo" non sono riusciti a "dare attuazione" all'Aia "nei termini originariamente stabiliti" come "si pretendeva dai titolari dell'impresa ingiustamente privati della stessa anche in base alla necessità di attuare piano ambientale".

Il decreto impugnato, a parere dei legali di Riva Fire, è "un provvedimento del tutto abnorme" e "viziato per eccesso di potere" e "illegittimo" per violazione della Costituzione, adottato in base ad un'istanza presentata non dal soggetto titolare dell'impresa e dei suoi beni, ma da un soggetto (i commissari straordinari ndr.) che rispetto all'impresa dispone solo di un potere di gestione specificamente finalizzato all'attuazione delle misure c.d. di 'ambientalizzazione'".

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