Melania: identikit trasmessi da Chi l'ha visto? per cercare nuovi testimoni

di Roberta Calò. "Vogliamo la verità al più presto, perché non ce la facciamo più. Momenti più tristi di questi non li abbiamo mai vissuti. Anche quelli che ci conoscono, dicono che Salvatore non ha fatto nulla". Si tratta delle parole di Vittoria, madre di Salvatore Parolisi.
L'uomo, marito della giovane Melania Rea scomparsa il 18 Aprile e ritrovata accoltellata due giorni dopo, sarebbe nel mirino dell'opinione pubblica per il comportamento fedifrago confessato in sede di interrogatorio. (leggi anche: Melania salì su auto con a bordo due donne ed un uomo - Parolisi visto dai testimoni a San Marco un'ora dopo)
"È vittima di un linciaggio mediatico - spiegano i legali dell'uomo - Roba da medioevo. Anche per questo, Salvatore si è rivolto a noi" a fornire simili spiegazioni sono Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, i due rappresentanti legali già coinvolti nel caso di Sarah Scazzi. I rappresentanti hanno chiarito che Parolisi è fermamente impegnato e intenzionato a collaborare con gli inquirenti per giungere alla verità. "Salvatore è consapevole - spiegano i suoi avvocati- che si devono fare accertamenti anche su di lui, perché è l'ultimo ad aver visto la moglie viva. Gli abbiamo consigliato di dire agli inquirenti anche la cosa più piccola che in questo momento può venirgli in mente". Scotti e Biscotti, peraltro, preannunciano che nomineranno il professor Lorenzo Varetto dell'Università di Torino come medico legale di parte.
Intanto la Procura, appurato il potere comunicativo in tutti i recenti casi di cronaca degli organi mediatici, ha chiesto alla trasmissione televisiva in onda su Rai Tre di mandare in onda l'identikit di alcune persone che potrebbero fornire dati utili alle indagini. Si tratta di una donna bionda che era accompagnata da una bambina, un gruppo di tre o quattro persone tra cui una era una donna bruna con i capelli ricci.
Per gli inquirenti non ci sono ancora indagati; nell'occhio del ciclone c'è solo il caporalmaggiore per i tradimenti confessati che per l'opinione pubblica avrebbero potuto rappresentare un movente per l'omicidio o un motivo per la donna di manifestare la volontà di allontanarsi da casa. Ipotesi smentita però dal fratello della vittima, Michele Rea: "Era impulsiva, credeva nei valori della famiglia, del matrimonio e se avesse saputo qualcosa di grave non si sarebbe fermata né intimorita. Avrebbe affrontato il problema: anche a costo di suscitare un polverone".

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto