Garante detenuti: Marino, da oggi la Puglia è una regione più civile
BARI. Il Presidente della terza commissione consiliare, Dino Marino nella sua relazione, in Consiglio regionale, per la nomina del garante dei detenuti ha dedicato la giornata a Marco Pannella “un esempio di vita per la democrazia, la legalità e la giustizia. Al dirigente politico che dal 20 aprile sta effettuando lo sciopero della fame , denunciando lo stato delle carceri italiane”.
“Secondo i dati del ministero della Giustizia – ha rilevato Marino - a fine 2010 erano ristretti nelle patrie galere 67.961 persone, a fronte di una capienza regolamentare di 45.022 posti. In pratica, circa 150 persone devono dividersi lo spazio previsto per 100. L’ultimo aggiornamento fornito dal Ministero, datato 28 febbraio, porta la cifra a 67.615”.
“La Puglia è ai primi posti nella classifica del sovraffollamento – ha sottolineato - nelle carceri pugliesi ci sono almeno 4.449 detenuti, 2.000 oltre la capienza naturale secondo i dati di marzo. Sono comunque 600 in più della soglia del tollerabile. Tra il 2010 e il 2011 sono circa una dozzina i detenuti che si sino tolti la vita o sono morti per cause da accertare o naturali nelle carceri pugliesi. Nel carcere di Lecce c’è una vera e propria emergenza carceraria. In quel penitenziario sono reclusi circa 1.600 detenuti ammassati in spazi che, a norma di regolamento, potrebbero ospitarne almeno 600. In 12 metri quadrati sono sistemati 3 detenuti in un letto a castello. Ogni detenuto in quel carcere ha a disposizione 1,7 metri quadrati calpestabili. Questo significa che uno dei tre detenuti in cella si può muovere solo quando gli altri restano stesi sul letto. Molto simile è la situazione al carcere di Foggia”.
“La Regione con questa nomina – ha evidenziato il presidente della Commissione Sanità - dimostra ancora una volta di essere vicina ai diritti dei più deboli, infatti, essa è una prima risposta alla drammatica situazione sul fronte dell’emergenza carceraria.
“Il Garante – ha spiegato Marino - promuoverà iniziative positive mirate alla tutela dei diritti costituzionali delle persone sottoposte a limitazioni della libertà personale: recupero e reinserimento sociale, cura e salvaguardia della salute, istruzione, formazione professionale e lavoro. Il Garante è una figura che non dovrà solo difendere i diritti dei detenuti, ma anche degli stessi operatori della Polizia penitenziaria, evidenziando lacune e necessità delle strutture pugliesi. delle carceri italiane e perché il nostro Paese torni ad essere una cosiddetta democrazia”.
“Il primo problema della Giustizia italiana, come ha detto il Presidente Vendola, sono i 70 mila detenuti. Nonostante esista un obbligo in tal senso da parte delle Nazioni Unite, l’Italia non ha mai istituto un organismo indipendente di controllo dei luoghi di detenzione. Da oggi – ha concluso Marino - con la nomina del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale la Puglia è una regione più civile”.
“Secondo i dati del ministero della Giustizia – ha rilevato Marino - a fine 2010 erano ristretti nelle patrie galere 67.961 persone, a fronte di una capienza regolamentare di 45.022 posti. In pratica, circa 150 persone devono dividersi lo spazio previsto per 100. L’ultimo aggiornamento fornito dal Ministero, datato 28 febbraio, porta la cifra a 67.615”.
“La Puglia è ai primi posti nella classifica del sovraffollamento – ha sottolineato - nelle carceri pugliesi ci sono almeno 4.449 detenuti, 2.000 oltre la capienza naturale secondo i dati di marzo. Sono comunque 600 in più della soglia del tollerabile. Tra il 2010 e il 2011 sono circa una dozzina i detenuti che si sino tolti la vita o sono morti per cause da accertare o naturali nelle carceri pugliesi. Nel carcere di Lecce c’è una vera e propria emergenza carceraria. In quel penitenziario sono reclusi circa 1.600 detenuti ammassati in spazi che, a norma di regolamento, potrebbero ospitarne almeno 600. In 12 metri quadrati sono sistemati 3 detenuti in un letto a castello. Ogni detenuto in quel carcere ha a disposizione 1,7 metri quadrati calpestabili. Questo significa che uno dei tre detenuti in cella si può muovere solo quando gli altri restano stesi sul letto. Molto simile è la situazione al carcere di Foggia”.
“La Regione con questa nomina – ha evidenziato il presidente della Commissione Sanità - dimostra ancora una volta di essere vicina ai diritti dei più deboli, infatti, essa è una prima risposta alla drammatica situazione sul fronte dell’emergenza carceraria.
“Il Garante – ha spiegato Marino - promuoverà iniziative positive mirate alla tutela dei diritti costituzionali delle persone sottoposte a limitazioni della libertà personale: recupero e reinserimento sociale, cura e salvaguardia della salute, istruzione, formazione professionale e lavoro. Il Garante è una figura che non dovrà solo difendere i diritti dei detenuti, ma anche degli stessi operatori della Polizia penitenziaria, evidenziando lacune e necessità delle strutture pugliesi. delle carceri italiane e perché il nostro Paese torni ad essere una cosiddetta democrazia”.
“Il primo problema della Giustizia italiana, come ha detto il Presidente Vendola, sono i 70 mila detenuti. Nonostante esista un obbligo in tal senso da parte delle Nazioni Unite, l’Italia non ha mai istituto un organismo indipendente di controllo dei luoghi di detenzione. Da oggi – ha concluso Marino - con la nomina del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale la Puglia è una regione più civile”.
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