Castrignano del Capo: condannata una donna per aver promesso posti di lavoro
di Dany Martini. Si torna a parlare di promesse per posti di lavoro e avrebbe millantato la conoscenza di Sandro Frisullo: ha patteggiato, quindi, la pena a due anni di reclusione Cosimina Chiffi, 51enne di Castrignano del Capo, accusata di millantato credito. La sentenza è stata pronunciata dal gip Cinzia Vergine, che ha accolto l’istanza dell’avvocato difensore Marco Pezzuto. La donna ha potuto così beneficiare della sospensione della pena. Nello stesso procedimento, sono stati rinviati a giudizio Maria Rosaria Taurino, 42enne di Lecce e Massimo Greco, di 54 anni, anch’egli residente nel capoluogo salentino. Per loro il processo avrà inizio il prossimo 6 dicembre davanti al giudice del Tribunale di Casarano. Le due donne sono accusate di aver intascato circa 200 mila euro sotto la falsa promessa di posti di lavoro. Tredici disperati sarebbero caduti nella trappola dei tre dalla fine del 2009 al settembre del 2010, consegnando 20mila euro a testa in cambio di un’assunzione all’Asl di Lecce, oppure 30mila per un posto alla “Monte dei Paschi di Siena”. Ad avviare l’indagine sarebbe stato l’allora sindaco di Melpignano e consigliere provinciale (oggi segretario regionale) del partito democratico Sergio Blasi che sporse denuncia lo scorso 7 dicembre. Inizialmente le responsabilità ricaddero solo sulle due donne, arrestate lo scorso 16 maggio su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Cinzia Vergine. Tuttavia nel corso delle indagini preliminari sarebbe emerso anche il ruolo di Greco. Secondo l’accusa per conquistarsi la fiducia dei malcapitati (soprattutto di chi aveva già versato il denaro) e dimostrare la loro reale vicinanza a gente facoltosa e a politici di rilievo, sarebbe stato organizzato un incontro (poco prima delle elezioni regionali 2010) proprio con Blasi nell’ospedale di Gagliano (dove la Chiffi faceva l’assistente sociale mentre la Taurino, la responsabile delle cucine per conto della società “Rr” Puglia Srl, con sede a Noci, in provincia di Bari). L’incontro altro non sarebbe stato che un ulteriore inganno per rassicurare le vittime e far credere che le somme non sarebbero finite nelle loro tasche, ma in quelle del partito. Per giustificare i ritardi, inoltre, i presunti complici avrebbero avanzato le giustificazioni più disparate, come l’arresto di Frisullo. In dieci si sono costituti parte civile, tra cui il segretario regionale Sergio Blasi, assistiti dall’avvocato Francesca Conte che ha richiesto un risarcimento danni di 100 mila euro. 112 mila, invece, sono stati già liquidati in separata sede. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Marco Pezzuto, Paolo Pepe, Davide Pastore e Ivan Feola.