Bdsm e breath play: pratiche sessuali al limite tra godimento e morte

di Redazione. "L'amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande" ci sussurra diligentemente Woddy Allen.
Ma se prima la serata occasionale era sufficiente a soddisfare la voglia di trasgressione ora le pretese sono cresciute e la fantasia tanto maschile quanto femminile ha raggiunto vette ai limiti della logica. Così un'esperienza che punta a stimolare i piaceri della vita potrebbe essere la stessa che ci impedisce di viverli. Vengono partoriti allora titoli di cronaca nera che ci lasciano sbigottiti e disarmati: "Paola Caputo morta per soffocamento". Si tratta di una studentessa di 23 anni di Lecce morta durante una pratica sessuale insolita di cui è stato perso il controllo nel corso dell'esecuzione. Nel caso specifico si tratta dunque del, noto per alcuni e sconosciuto per altri, BDSM associato al pericoloso "breath play".
Il "breath play" si concretizza in una tecnica di soffocamento che limita la facoltà respiratoria per acuire la sensazione di piacere o di orgasmo durante l'attività sessuale; tale pratica, consistente nello stringere materialmente il collo o nel ricorso a sacchetti di plastica da infilare sulla testa del soggetto dominato per poi legarli al collo mediante corde o funi, è diffusa soprattutto nelle comunità Bdsm.
Secondo un sondaggio si tratta di circa 500 coppie in Italia, pari a circa il 3-5% della popolazione sessualmente attiva, impegnate in questo tipo di pratiche. E' vero che come disse Woody Allen "Il sesso è sporco solo se fatto bene" ma evidentemente la concezione di trasgressione nel corso degli anni è irrimediabilmente degenerata secondo la teoria del piano inclinato in atti di forza e violenza.
Così navigando nei meandri delle fantasie più sfrenate si è passati dalle semplici concubine a manette, fruste, coltelli, abbigliamenti in pelle, affilati tacchi a spillo, corde e nodi. Forse la cinematografia americana è stata troppo buona nel credere che il massimo della perversione potesse essere il far sesso con uno sconosciuto con il consenso del marito, ma a quanto pare ci può essere una "Proposta indecente" molto più pericolosa che tramuta il divertimento in piacere letale.
Paola è solo una delle tante vittime di questi giochi e a spiegare di cosa si tratta è stato proprio un insegnante di tali pratiche, Stefano Laforgia nonchè amico della vittima: "Il BDSM è una sigla abbastanza moderna che sta per bondage, disciplina dominazione, sottomissione sadismo, masochismo, dinamiche di rapporto che sono abbastanza comuni più di quanto si pensi di credere. Una persona su dieci ha provato qualche volta il bondage ed è interessata in qualche modo a questo genere di dinamiche. Ad esempio ai bambini che in età puerile fanno cose del tipo io sculaccio te, tu sculacci me, oppure legano la bambina-principessa per salvarla dal drago, dietro queste iniziative non c’è assolutamente nulla di sessuale, è un gioco. Il concetto dell’ubbidienza fa parte dell’uomo che crea una società piramidale con un capo in un branco, come succede tra quasi tutti i mammiferi. Poi una chiacchierata tra amici, un film erotico possono innescare un interessamento verso il BDSM. A questo punto il gioco che facevi da bambino della sculacciata ad esempio acquista una valenza anche erotica all’interno di un rapporto".
E se Anatole France affermava che "Di tutte le perversioni sessuali, la castità è la più strana" chissà cosa direbbe delle moderne e bizzarre proposte offerte dal mercato in materia di sesso.
Il sesso visto in tempi immemori si presentava come un tabù, ora le porte si spalancano e si arriva a fare perfino un'iscrizione in palestra per specializzarsi in materia: "Affittiamo una stanza di un locale dell´Arci al Pigneto, sono una trentina i partecipanti quest´anno. Ma la comunità romana -spiega Laforgia- raccoglie alcune centinaia di persone. La scuola non è aperta a chiunque, viene fatta una selezione, sia per quanto riguarda le caratteristiche e attitudini, che per il numero massimo degli allievi. Insegniamo tecnica, fisiologia, la legatura a una corda, a più corde, le sospensioni e l´utilizzo di bamboo o arredi".
A giudicare dai listini peraltro tale disciplina sembra convenire molto di più di un'iscrizione ad un corso di nuoto o di body gym: "Il costo del corso è di 80 euro al mese. Poi occorre acquistare il set completo di corde da bondage composto da 8 pezzi di corda ritorta in juta da otto metri e un paio di forbici. E chi segue questa pratica deve portare sempre dietro delle forbici in caso di emergenza". Questa forma alternativa di fitness come ci spiega il nostro personal trainer ha la prerogativa di sanare tanto il corpo quanto la mente: "Tu arrivi alla monotonia quando non c’è più fantasia. Il BDSM è una cosa che senti non puoi far finta di fare qualcosa. Se io desidero che la mia donna faccia la schiava e lei non ha questa intenzione, rischieresti solo di generare lacrime ed angoscia. Il partner vuole soddisfare le richieste del compagno/a, la sua gratificazione è quella di riuscire a fare ciò che l’altro chiede. Il BDSM implica anche un coinvolgimento mentale, senza questo quello che fai fisicamente sarebbe una sorta di teatrino senza contenuti". Sembra perfino che tali pratiche possano cementificare l'unione di una coppia a livello sessuale perchè la conditio sine qua non affichè si raggiunga con successo le sensazioni sperate è l'approfondita conoscenza dell'altro: "Per fare sesso non hai neanche bisogno di sapere il nome della persona con cui lo fai, la vedi, ti piace, fai quello che devi fare e finisce lì. Per praticare il BDSM non puoi farlo con una persona che non conosci perché devi conoscere la sua mente e il suo corpo come reagiscono, devi sapere quali sono i suoi limiti, le sue paure. Non ti posso legare se tu sei claustrofobica, rischierebbe di diventare una sorta di violenza, qualcosa che va oltre il piacere. C’è bisogno di una conoscenza molto più profonda di un rapporto comune, perché si vanno a toccare nervi più profondi e più sensibili. Si gioca con le paure".
Oggi come oggi diventa sempre più difficile trovare il giusto cercando di non pendere troppo nè dal lato della più ottusa moralità nè dal lato della più squallida depravazione; e soprattutto in materia di sesso bisogna capire dove finiscono i bisogni soggettivi e dove incomincia l'input "educativo" somministratoci quotidianamente da modelli sociali e televisivi ambigui.
Impossibile non dover fare i conti oggi come oggi con filosofie di vita più che aperte direi spalancate: "La castità si può curare, se presa in tempo", soprattutto in un'epoca in cui l'età del primo rapporto sessuale precipita clamorosamente.
Volendo allora ipotizzare che almeno gli adulti siano coscienti e consapevoli delle proprie azioni anche assecondando Mae West "Risparmiate l'acqua, fate la doccia con un amico" o nel suo "Dai mano libera a un uomo e te la ritroverai addosso dappertutto", quello su cui si dovrebbe investire sono le nuove generazioni.
Nei singoli step di vita di ogni essere umano, sarebbe salubre fornire una corretta, imparziale ed equilibrata educazione di base in ogni ambito su cui poi l'individuo impianterà autonomamente la propria dimensione empirica.
Si sa, l'esasperazione non è mai stata un metro di valutazione positivo e quindi non siamo lontani dal vero nel citare Orazio e il suo "In medio stat virtus". Soprattutto nei giovani bisognerebbe impiantare il germe dello spirito critico attraverso cui valutare autonomamente il limite oltrepassabile e quello invalicabile senza rischiare di danneggiarsi per scimmiottare modelli comportamentali errati e fuorvianti. Così facendo probabilmente riscopriremo anche al di fuori della trasgressione, l'autenticità e la forza delle emozioni, delle sensazioni, delle percezioni in un rapporto più armonico e intenso con il nostro corpo visto non solo come oggetto, ma come soggetto che sente e trasmette sensibilmente entro un fine più grande del mero sesso. E magari un giorno potremo pensare anche noi come Woody Allen che "Il sesso è stata la cosa più divertente che ho fatto senza ridere".

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