Patroni Griffi: licenziamento sarà possibile anche per gli statali
ROMA. La riforma del mercato del lavoro e' solo "il primo tempo" di una partita che non sara' chiusa senza la "ripresa", ovvero l'annunciata delega per l'estensione delle nuove norme anche al pubblico impiego. E' il pensiero del ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi in un'intervista concessa all'Avvenire'.
"Spero che capiscano tutti, anche i sindacati", afferma il ministro che indica le tappe: a maggio la delega, poi il personale in eccesso andra' in mobilita' obbligatoria, lo Stato non e' un ammortizzatore. "Devono accettare il meccanismo di mobilita' obbligatoria per due anni che gia' esiste ma che ancora non e' stato attuato. Devo farlo perche' le amministrazioni pubbliche vanno riorganizzate anche per attuare la spending review sulla spesa pubblica", spiega.
"Noi andiamo avanti e in tempi brevi definiremo, per ogni singola amministrazione, il quadro delle eccedenze del personale in servizio. E chiariremo che questo non significa che dopo 24 mesi quei lavoratori dovranno essere licenziati. Prima - puntualizza Patroni Griffi - proveremo a vedere se quel personale, riqualificato, potra' essere utilizzato meglio in altri settori. Poi, solo se alla fine non si troveranno alternative, l'unica strada rimarra' quella del licenziamento". Sui licenziamenti, aggiunge Patroni Griffi, "bisogna essere chiari: i licenziamenti discriminatori hanno una disciplina identica al privato, com'e' ovvio. Quelli disciplinari sono regolati da una procedura dettagliata, proprio per evitare che possano essere utilizzati per finalita' diverse. E' sui licenziamento per giustificato motivo oggettivo o economico che bisogna ragionare. Il meccanismo della mobilita' deve funzionare. Ripeto: deve. Lo Stato deve essere in grado di sapere se un'amministrazione non ha bisogno di 500 dipendenti ma puo' andare avanti bene con 400. E come conseguenza deve poter essere messa nella condizioni di operare con quei 400".
Perche' "lo Stato non e' un ammortizzatore" e "organici eccessivi gettano discredito sull'impiego pubblico".
"Spero che capiscano tutti, anche i sindacati", afferma il ministro che indica le tappe: a maggio la delega, poi il personale in eccesso andra' in mobilita' obbligatoria, lo Stato non e' un ammortizzatore. "Devono accettare il meccanismo di mobilita' obbligatoria per due anni che gia' esiste ma che ancora non e' stato attuato. Devo farlo perche' le amministrazioni pubbliche vanno riorganizzate anche per attuare la spending review sulla spesa pubblica", spiega.
"Noi andiamo avanti e in tempi brevi definiremo, per ogni singola amministrazione, il quadro delle eccedenze del personale in servizio. E chiariremo che questo non significa che dopo 24 mesi quei lavoratori dovranno essere licenziati. Prima - puntualizza Patroni Griffi - proveremo a vedere se quel personale, riqualificato, potra' essere utilizzato meglio in altri settori. Poi, solo se alla fine non si troveranno alternative, l'unica strada rimarra' quella del licenziamento". Sui licenziamenti, aggiunge Patroni Griffi, "bisogna essere chiari: i licenziamenti discriminatori hanno una disciplina identica al privato, com'e' ovvio. Quelli disciplinari sono regolati da una procedura dettagliata, proprio per evitare che possano essere utilizzati per finalita' diverse. E' sui licenziamento per giustificato motivo oggettivo o economico che bisogna ragionare. Il meccanismo della mobilita' deve funzionare. Ripeto: deve. Lo Stato deve essere in grado di sapere se un'amministrazione non ha bisogno di 500 dipendenti ma puo' andare avanti bene con 400. E come conseguenza deve poter essere messa nella condizioni di operare con quei 400".
Perche' "lo Stato non e' un ammortizzatore" e "organici eccessivi gettano discredito sull'impiego pubblico".
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Politica
