"Da grande voglio fare il Gieffino!"

di Michele Tedesco BARI. Piuttosto che porselo, sicuramente sarà stato più facile farselo porre l’interrogativo su cosa ci sarebbe piaciuto fare “da grandi” . È un classico del repertorio incoscientemente esistenziale contro cui tutti i bambini, prima o poi, s’imbattono . Quelli di grandi aspirazioni avran risposto “Il medico” o “l’ingegnere”, i più fantasiosi (forse) “l’artista”, “il giornalista” o “l’astronauta” e gli eterni indecisi, assai probabilmente, non avranno mai smesso di chiederselo per tutta la vita. Chi avrà avuto volontà, capacità e fortuna, avrà raggiunto l’obiettivo più o meno prematuramente preposto.

Gli altri, magari, stanno ancora cercando di fare il colpaccio seduti davanti a una slot machine. Cambiando però i tempi e cambiano anche le aspirazioni: ai fanciulli che sognavano un futuro con la tuta spaziale o con lo stetoscopio, a scarabocchiare su tavoli tecnici con riga e compasso, si sono sostituiti molti più aspiranti calciatori, letterine, meterorine, veline o gieffini, o tutto quanto possa essere ridotto, non a caso, “a piccolezza” da un suffisso come “-ino”. Dodici edizioni in tredici anni (l’ottava, questa, condotta da Alessia Marcuzzi) di nulla televisivo, tra docce sexy, fornicate feroci e impavidi meteorismi, il cui unico merito è stato quello di accendere i riflettori, non tanto su aspiranti stelle, stelline e stalloni (qualche partecipante si è anche lanciato nel mondo del cinema a luci rosse…), quanto su una moderna e miserabile quotidianità, spaccato di un pezzo d’Italia che disposta a tutto per quel “quarto d’ora di celebrità” che, come il più celebre mezzo toscano, non si nega proprio a nessuno.

Questo è stato e sarà il Grande Fratello. Tutti in fila per i casting, in quella che si sta affermando più come la Repubblica dell’aiutino che del sudore della fronte, dunque, per foraggiare questa speranza, per cercare quella svolta che solo il generoso GF può darti anche e soprattutto perché non ti chiede nulla in cambio. Nessun talento da mostrare, nessuna capacità da esibire, ma solo la condivisione di qualche attimo di intimità. Un po’ come è il meccanismo-base che ha decretato il successo dei social-network, di cui il GF può essere descritto come l’antesignano. Nel corso degli anni, ci hanno provato in 260 mila.

Ieri, a Bari per il primo giorno di selezioni, erano circa un migliaio: parrucchieri, barman, commesse, studenti, lavoratori precari e anche tantissimi disoccupati alla ricerca di un trampolino o forse di un’ (ultima) opportunità. La crisi stringe il suo morso e al Sud si fa sentire più che altrove. Crescono gli aspiranti al decrescere dello share che, nella scorsa edizione ha conosciuto il suo picco più basso con 17.4 punti percentuali.

Da inguaribili spioni ad aspiranti spiati, rimpiangiamo, dunque, quell’ Italietta genuinamente guardona e un po’idiota a cui si mozzava il respiro, spiando le donnine mezze nude dal buco della serratura. (Foto: Gdp Ph)

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