La Puglia a Bruxelles: relazione di Introna sulla desertificazione

BARI - “Il 67% degli italiani beve l’acqua del rubinetto, nel mondo quasi 3 miliardi di persone non hanno un rubinetto. In Africa si consumano 20 litri al giorno a testa, in Italia 200, anche se oltre un terzo della risorsa nel nostro Paese va perduto già nelle condotte”. Sono alcuni dei dati poco rassicuranti sulla situazione idrica mondiale, indicati dal presidente del Consiglio regionale della Puglia nell’avvio del suo contributo a Bruxelles nel Comitato esecutivo del Calre, la Conferenza dei presidenti dei Parlamenti regionali europei con poteri legislativi.

L’intervento ha riscosso l’interesse della riunione, perché ha affrontato un argomento inedito, mettendo a fuoco un problema che si lega strettamente al nodo della gestione dell’acqua, col quale l’Europa dovrà certamente misurarsi. Infatti, nel suo ruolo di coordinatore del gruppo di lavoro “Politiche ambientali e risorse idriche” del Calre, Introna – accompagnato dal prof. Antonio Di Santo, segretario dell’Autorità di bacino della Puglia - ha illustrato una relazione sulla desertificazione e i cambiamenti climatici, temi che entreranno nell’agenda Calre 2014 ed hanno così avviato il loro percorso.

In Italia e in numerosi altri paesi europei, ha osservato il presidente pugliese, si assiste alla riduzione progressiva della capacità degli ecosistemi di sostenere la vita animale e vegetale. È un fenomeno, che prende il nome di desertificazione, sul quale interagiscono fattori climatici (periodi di siccità intervallati da piogge devastanti, per la ‘tropicalizzazione’ della zona temperata) e incendi boschivi, oltre all’abbandono di vaste aree agricole per la crisi del settore e alla concentrazione di persone e attività economiche nelle fasce costiere e urbane, con ricadute negative che si estendono a tutto il bacino Mediterraneo.

È indifferibile, per Introna, “puntare su uno sviluppo socio-economico sostenibile, alla tutela delle risorse naturali”.  La proposta: creare un sistema agile di conoscenza, basato su gruppi di lavoro internazionali multidisciplinari. Le esperienze maturate in realtà diverse sono in grado di facilitare una precisa delimitazione del fenomeno nell’area europea. In un momento successivo, specifici protocolli d’intesa potranno definire iniziative e azioni concrete.
Il presidente del Consiglio regionale ha messo a disposizione il contributo conoscitivo della Puglia, “assetata” da una storica scarsità idrica. “Il know how che abbiamo acquisito nel misurarci col problema  può risultare essenziale per affrontare i conflitti ambientali. L’auspicio è che fin d’ora si possa concretizzare una collaborazione operativa con i tecnici dell’UE e delle altre regioni europee interessate”.

Preoccupanti altre stime segnalate da Introna: 1/3 dei bacini del mondo si sta ritirando (secondo l’Unep, l’Agenzia Onu per l’ambiente) ed oggi, su una popolazione mondiale di 7 miliardi, ben 768 milioni non hanno accesso all’acqua potabile, 2,8 miliardi vivono in aree con risorse idriche insufficienti, 2 miliardi e mezzo sono privi di servizi igienici, 1 miliardo e 300 milioni di elettricità. Entro il 2050, nel mondo la richiesta idrica crescerà del 55% (500% solo in Africa, 360% in America Latina, 350% in Asia). In Europa, a causa del deficit idrico, entro il 2060 la produzione elettrica da nucleare e carbone diminuirà tra il 6% e il 19%, le nuove centrali stanno già installando impianti di raffreddamento a secco, più costosi e meno efficienti.

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