Riuscirà Tavecchio a estirpare i bubboni del calcio?

di Francesco Greco. ROMA - Il primo grande elettore di Carlo Tavecchio (oltre a Galliani e Lotito, ovvio)? Elementare, Demetrio Albertini. Avesse messo in campo un serio e articolato programma alternativo a quello di Carlo Tavecchio avrebbe anche potuto diventare presidente della Figc. Invece di tèssere alleanze e di dire che avrebbe coltivato la discontinuità, si è limitato a brandire il dato anagrafico, come se da solo surrogasse la qualità e il rinnovamento. L’eccesso di autostima e di ottimismo lo ha confuso. Addirittura ha accarezzato la suggestiva idea di chiedere all’avversario “un passo indietro”. E’ farina del suo sacco o gliel’ha suggerito qualcuno? Si sa che gli dèi accecano coloro che vogliono perdere…

E dunque, per la serie “largo ai giovani!” (ormai l’Italia è un Paese di vecchi e bambini), col 63, 63% il 71enne Tavecchio è stato eletto alla guida della Federcalcio. Rivoluzione all’italiana. Come diceva Flaiano, ci conosciamo tutti e altro non è possibile. Si comincia in piazza, si finisce in trattoria. Siamo il Belpaese dell’ “A Frà, che te serve?”.

Cosa fatta, capo ha. Tavecchio eredita macerie. Credibilità del calcio azzerata, grande desiderio di cose nuove. Siamo stati cacciati malamente dai mondiali per la seconda volta. La stessa sera, Ciro Esposito, ferito nel pre-partita di Roma-Fiorentina (finale di Coppa Italia), dopo una lunga agonia (da maggio), è spirato. Infiltrazioni malavitose, riciclaggio di denaro sporco, vivai morti. Legge-Alfano per ripulire gli stadi dalla feccia. Sullo sfondo lo spot di Genny ‘a Carogna a cavalcioni sulle transenne dell’Olimpico che dice allo Stato quel che c’è da fare.

Calcio dunque all’anno zero. Cosa ha in mente Tavecchio dopo essere scivolato sulla buccia di banana che egli stesso ha buttato a terra? Impiccare un uomo a una battuta, benché scellerata, è volgare, ci vuole un turgido pregiudizio. “Killeraggio mediatico” lo han chiamato. Forse Tavecchio dà fastidio a qualcuno, egli stesso ha parlato di “colossali interessi”. Ma non ha smentito che avrà un po’ di “cambiali da pagare”. Un uomo che, dicono, ha aperto 2 ospedali in Togo e adottato tre bambini. Evidentemente non comunica bene, nella società liquida il marketing di se stessi è importante, decisivo, nel calcio, nella politica, nella vita.

Il momento è topico e si chiede al neo-presidente di dare un’anima e un’etica a un mondo corrotto, preda di interessi leciti e soprattutto illeciti. E non solo perché lo dice e lo ripete Zeman da una vita. Ma perché sono dati oggettivi.

Ora si aspetta Tavecchio ai fatti. Continuità o discontinuità? Dopo il “colpo” Antonio Conte, ct e supervisore di Casa Italia, viene la governance. Ci si chiede: cosa succederà al primo “buuu” e al secondo lancio di banane negli stadi? Cosa farà per scacciare il razzismo e la stupidità dagli stadi? E il tifo violento, marcio cordone ombelicale con alcune società ricattate dagli ultras, che chiudono uno, anzi due occhi?

Carne al fuoco tanta, attese popolari infinite: Tavecchio sarà all’altezza o sarà un Re travicello, che regna ma non governa?



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