"La musica? E' una parte di me". Intervista a Daniela Tsekova

di Francesco Greco. SOFIA (Bulgaria) - E' stato l'evento culturale dell'estate pugliese. "Notte di note" (Danze e poesia in musica tra Romanticismo e Simbolismo), il concerto che Daniela Tsekova, una delle più grandi pianiste del nostro tempo ha tenuto in Salento (Salve, Lecce, Teatro all'aperto "Le Trappite") è stato applaudito da un pubblico commosso: una vera e propria standing ovation molto affettuosa (l'artista, emozionata, ha ringraziato col classico bis). Il brivido dell'arte pura, della poesia più sublime soffusa nel cielo di stelle. Il pianoforte e l'artista parevano fusi, una cosa sola: davvero una notte da tramandare ai posteri con un bel "io c'ero!".

La prima parte del programma è stato un omaggio alla danza stilizzata nel repertorio pianistico. Da un valzer di Chopin che evocava l'atmosfera dei salotti parigini del Romanticismo, all'inizio del Novecento con due danze di Satie: un "cake-walk" (danza afro-americana affine al ragtime) e una "gymnopédie" (antica danza spartana). In occasione del centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, è stato proposto "Menuel" di Ravel, incluso nel ciclo "Tombeau de Couperin", che il grande musicista compose in memoria di amici caduti sul fronte. Poi il finale della Sonata in do minore (1828) di Schubert: un ritmo di tarantella che idealmente univa Classicismo Viennese e Salento.

Seconda parte: le poesie di Goethe ispirarono a Schubert alcuni dei suoi "Lieder" più belli, in particolare "Gretchen am Spinnrade" ("Margherita all'arcolaio"), tratto dal "Faust", composto nel 1814 (il grande compositore aveva appena 17 anni). Listz ne fece un'esemplare trascrizione per pianoforte solo, affidando canto e accompagnamento a un solo interprete. Le poesie simboliste di Aloysius Bertrand ispirarono a Ravel il ciclo "Gaspard de la Nuite" (1908). Con questo trittico il compositore si era posto una sfida molto ambiziosa: scrivere il brano più difficile di tutto il repertorio pianistico. La composizione che ha aperto il ciclo, "Ondine", inscena il dialogo fantastico fra una creatura acquatica e un essere umano.

"La Gibet" (La Forca) evoca il sinistro e monotono dondolio di un impiccato fra i bagliori rossastri del tramonto. Ha concluso il ciclo "Scarbo": un vero fuoco d'artificio pianistico che imita le movenze furtive di uno gnomo che turba le notti nelle case.

Daniela Tsekova è nata a Sofia. Genio precoce, ha iniziato a suonare a 5 anni. Nel 2000 si è diplomata alla Scuola Nazionale di Musica di Sofia col massimo dei voti e il Ministero della Cultura le ha conferito il Diploma nazionale per meriti artistici. Ha poi proseguito gli studi musicali superiori all'Accademia Nazionale di Stato sempre a Sofia, dove si è diplomata, nel 2004, ancora col massimo dei voti. In seguito si è perfezionata al Conservatorio di Strasburgo ottenendo il Diploma di Perfezionamento e uno di Concertista, in pianoforte e musica da camera, e un Diploma di Specializzazione, in pianoforte.

Al contempo ottiene un Master II Ricerca in Musicologia all'Università di Strasburgo (2007) e attualmente prosegue la sua ricerca sull'interpretazione di Liszt nell'ambito di un Dottorato. Ha inoltre vinto ben 15 concorsi internazionali di pianoforte e musica da camera e con orchestra in Europa e nel mondo. Il suo repertorio spazia dalla musica barocca alla musica contemporanea. E' professore di ruolo al Conservatorio di Strasburgo.


Domanda: Prof., ci vuole parlare dei suoi inizi? Com'è nata la passione per la musica? 
Risposta: Ho cominciato a suonare il pianoforte all'età di 5 anni, senza naturalmente voler fare di questo il mio mestiere. Però presto la maestra disse ai miei genitori che ero dotata e valeva la pena di provare a fare l'esame di ammissione nella Scuola Musicale a Sofia (una scuola professionale, unica nella città). Per me suonare il pianoforte è stato sempre un piacere, non mi hanno mai obbligato a esercitarmi, andavo sempre da sola a suonare e ci passavo parecchio tempo.

D. Quando ha deciso che la musica sarebbe stata la ragione della sua vita?
R. Non c'è stato un momento preciso quando ho deciso che quello sarebbe diventato il mio mestiere. Semplicemente l'ho sempre saputo. Ho continuato i miei studi nella Scuola Musicale senza mai avere dei dubbi o voler cambiare questa attività.

D. C'è una scuola musicale o un periodo che preferisce, la emoziona e ama di più rispetto ad altri?
R. Diciamo che quando imparo un pezzo, sia barocco, classico, romantico, quel pezzo diventa "mio", nel senso che facciamo insieme un percorso: tutto il tempo passato a lavorarlo, tutta l'energia che ci ho messo per prepararlo, alla fine diventa una parte di me. Quindi non ho precisamente un periodo preferito. Piuttosto pezzi preferiti: quelli che lavoro in modo approfondito. E vero anche che nel repertorio romantico mi sento veramente bene. Diciamo che ho tanta esperienza particolarmente nel repertorio di Franz Liszt (sto facendo anche il mio dottorato in musicologia sulla Sonata di Liszt).

D. Conosce qualche musicista pugliese contemporaneo?
R. A dire la verità, non ne conosco molti. Però conosco bene Ivan Fedele, compositore importante che è nato a Gallipoli, e Mario Caroli, flautista che insegna al Conservatorio di Strasburgo come me, e che ha studiato, penso, a Lecce.


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