Gigi Antonucci (intervista):«Elezioni provinciali? Un inganno del governo Renzi»

di Nicola Ricchitelli - Fresco di nomina alla vicepresidenza della Sesta Provincia pugliese, con Gigi Antonucci – nonché unico rappresentate della città della Disfida in consiglio provinciale – una chiacchierata sulla controversa elezione provinciale che ha portato il sindaco di Bisceglie, Francesco Spina, alla presidenza della provincia succedendo all’ex sindaco di Canosa di Puglia, Francesco Ventola.

D: Dott.Antonucci, mi permetta di partire da Vendola. A quanto pare vi ha dato del 'fascista'? R:«Evidentemente era un po’ agitato. Si appresta a lasciare una poltrona cui è tanto legato, sulla quale è rimasto accomodato per 10 lunghi anni, nei quali ha giocato sulla pelle dei pugliesi. Il disastro causato alla nostra regione in materia di sanità, ambiente e lavoro (tanto per citare alcuni temi, ma per l’elenco non basterebbe un’intera intervista…) è sotto gli occhi di tutti. Finalmente è arrivato il momento in cui i pugliesi potranno liberarsi di lui. Ed in cui lui potrà alzarsi da quella poltrona, recuperando un po’ di quella lucidità che ha evidentemente perso come dimostrano questi “scivoloni” degli ultimi giorni».

D: Cosa rappresenta la sua nomina a vicepresidente della Provincia per la città di Barletta? R:«Sappiamo tutti quanto Barletta ed i barlettani abbiano desiderato e lottato, per decenni, per la nascita di questa Provincia. Una provincia in cui Barletta non può che avere un ruolo di primo piano. La mia nomina, in questo senso, è un doveroso riconoscimento per la città, ma al tempo stesso un’opportunità, che Barletta e i barlettani non possono lasciarsi sfuggire: sono a disposizione dell’intera comunità barlettana, perché la Provincia possa salvaguardare e tutelare, negli ambiti di propria competenza, le esigenze dei cittadini barlettani».

D: E per lei che valore ha? R:«Ovviamente un motivo d’orgoglio. Voglio ringraziare il Presidente Francesco Spina: con la mia nomina non ha solo conferito un riconoscimento alla Città di Barletta, ma credo abbia anche apprezzato il mio impegno di questi cinque anni. Un impegno che mi ha visto lavorare intensamente al fianco dell’ex presidente Francesco Ventola; con la sua Amministrazione in questi cinque anni la provincia ha dimostrato una notevole attenzione per Barletta. Basti pensare alla “rivoluzione” attuata sul patrimonio scolastico barlettano, di competenza provinciale: abbiamo destinato 1 milione e 500mila euro per il liceo Cafiero, circa 700mila euro per lavori all’Ipsia “Archimede”, 370mila euro per il liceo classico “Casardi”, 350mila euro per il “Nervi”, 340mila per il “Cassandro”, 100mila euro per il “Garrone” e 100mila euro per il ”Fermi”. A breve, inoltre, saranno completati i lavori di costruzione del nuovo edificio di Via Palmitessa. Grazie all’instancabile lavoro dell’ex Assessore barlettano Dario Damiani in seno al Comitato Autorità Portuale del Levante, sono stati finanziati i lavori di dragaggio del porto di Barletta per un importo complessivo di 2 milioni di euro. Nel dicembre del 2012 la provincia ha stanziato 150mila euro per lavori di recupero, riqualificazione ed adeguamento dell’ex mercato ittico di via Cristoforo Colombo a Barletta, individuato come sede della Capitaneria di Porto di Barletta. Abbiamo sostenuto, con un contributo economico, le spese di organizzazione e gestione del corso di Laurea di Scienze Infermieristiche dell’Università di Foggia, presso l’Ospedale di Barletta. In materia di ambiente, poi, con l’assessore barlettano al ramo, Gennaro Cefola, abbiamo fatto passi da gigante: abbiamo portato a Barletta “Green Bat”, una tre giorni di convegni con i maggiori esperti del settore ambiente; abbiamo sostenuto economicamente gli interventi di pulizia delle spiagge pubbliche del nostro litorale e delle nostre strade provinciali. Sempre a Barletta, nella sede della Prefettura, abbiamo inaugurato la Sala multirischi di Protezione Civile, che consentirà, attraverso 14 funzionari di supporto, di porre in essere situazioni e strategie necessarie per fronteggiare le criticità emergenti da eventi calamitosi che potrebbero colpire l'intero territorio provinciale. 198 concittadini barlettani meno abbienti hanno usufruito della Carta Amica, una tessera da 150 euro al mese per sei mesi, per sostenere l’acquisto di generi alimentari o beni di prima necessità. Tutti i giovani barlettani che hanno presentato domanda hanno beneficato delle Borse Lavoro, tirocini formativi da 3mila euro (a spese della Provincia) per intraprendere un nuovo percorso lavorativo in un’azienda del territorio. 26 studenti barlettani meritevoli ma con difficoltà di reddito ed iscritti a qualunque facoltà d’Italia, hanno usufruito di Borse di Studio da 2500 euro ciascuna, erogate dalla provincia. Tuttie sottolineo tutti, gli studenti diversamente abili che frequentano le scuole superiori di competenza provinciale, hanno potuto beneficiare del servizio di assistenza specialistica con educatori professionali e del servizio di trasporto gratuito casa-scuola. Credo sia sufficiente per giustificare l’utilità della provincia ed i vantaggi che la città di Barletta abbia tratto dalla nascita del nuovo ente. Sono certo che anche con questa nuova esperienza amministrativa i risultati saranno eclatanti!».

D: Detto fra noi, ai molti questa sua nomina è sembrata un palliativo… R:«Un palliativo di cosa?!?».

D: E detto sempre fra noi, vista la nostra storia e le nostre lotte non è finita molto bene per Barletta vista che la sua è l’unica presenza nel consiglio provinciale? R:«Condivido e sottoscrivo. Ancora una volta la classe dirigente barlettana (quella che votava) ha perso un’occasione, dimostrando di avere una dote straordinaria: sapersi far male da sola. L’unico consigliere provinciale eletto, peraltro, è di minoranza. E’ inconcepibile che una maggioranza come quella di centrosinistra di Barletta non sia stata in grado di esprimere nessun consigliere, pur potendo contare su numeri (almeno in apparenza) consistenti!».

D: Qualcuno ha definito queste elezioni provinciali le elezioni della casta per la casta… R:«Queste elezioni provinciali sono state una “porcata” che il Governo Renzi ci ha regalato con l’inganno. Avevano preso in giro dicendo di aver “abolito” le province, ed invece qualche mese dopo si è andati ad elezioni. Peraltro con un aggravante: hanno tolto la possibilità ai cittadini di votare! Tradotto: i cittadini non possono decidere chi deve amministrarli, chi deve amministrare i soldi pubblici, chi deve decidere per le loro sorti. Insomma, la morte della democrazia!».

D: Lei? Quale valore ha dato a queste elezioni? R:«Anche se le urne mi hanno premiato, resto della mia idea: una vera e propria farsa! Avrei preferito chiedere il voto ai cittadini, raccontar loro cosa abbiamo fatto in questi anni, raccogliere consensi da chi era soddisfatto del nostro operato e qualche “vaffa…” dai delusi. Ma il Governo Renzi ha impedito tutto ciò, prendendo a schiaffi la democrazia!».

D: La sua sarà l’unica voce barlettana in consiglio. Cosa pensa di fare per la città di Barletta? R:«Spero di dare continuità al lavoro svolto in questi cinque anni. I risultati ottenuti li ho già elencati. Mi accontenterei se riuscissimo a proseguire su questa strada. Abbiamo tante sfide che ci attendono ma non abbiamo paura di affrontarle!».

D: Piccola parentesi su uno dei problemi molto sentiti qui in città: la raccolta porta a porta. Sul suo profilo Facebook ha definito la raccolta porta da pochi giorni estesa in tutta la città raccolta differenziata modello 'favelas'… R:« La mia affermazione sulla raccolta porta a porta è sicuramente legata a come è stata gestita, nel senso che, personalmente, avrei preferito delle isole biologiche, in cui conferire i rifiuti differenziati, oppure dei cassonetti a scomparsa, comunque qualcosa di più decoroso, perché, nonostante il lavoro svolto dalla municipalizzata Barsa, sempre più spesso si vedono cumuli di spazzatura agli angoli delle strade che contribuiscono al proliferare di insetti ed altri animali, ad esempio topi».

D: Quale futuro vede per la provincia Bat? R:«Il futuro può vederlo solo una persona, più grande di tutti noi. Io posso solo auspicare un futuro in cui la nostra comunità possa continuare a rimanere unita, senza mai perdere quella coesione e quel senso di appartenenza ad una identità territoriale, per i quali i nostri predecessori hanno lottato per anni».

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