Ilva: 4459 esuberi, al via confronto con i sindacati

TARANTO - Esuberi in vista all'Ilva. Sono 4.459 gli esuberi comunicati oggi dall'azienda tarantini ai sindacati in seguito alla chiusura di alcuni impianti per i lavori Aia, a partire dal contestuale fermo degli afo 1 e 5. Ora parte il confronto con le organizzazioni sindacali, che chiederanno di abbassare il numero massimo di lavoratori che usufruiranno dei contratti di solidarietà, in scadenza a fine mese. La platea di lavoratori interessati è così suddivisa: 1.228 dell'area fusoria, 1.815 laminazione e tubifici, 1.416 Area Servizi.
 
In un documento l'Ilva spiega che ''la fermata potrà invece essere totale e completa, sia pure per periodi parziali, per tutti gli altri reparti alimentati dalle produzioni dell'area a caldo dello stabilimento di Taranto''. In forza del nuovo assetto di marcia dovuto sia alla crisi del comparto siderurgico che agli interventi di ambientalizzazione, ''la produzione giornaliera - aggiunge l'Ilva - sarà di circa 11.800 tonnellate al giorno di acciaio rispetto alle 30.000 tonnellate al giorno in pieno assetto produttivo. La contestuale fermata di Afo1 e Afo5 porterà inevitabilmente a una ridotta alimentazione dei reparti a valle dello stabilimento di Taranto e delle altre unità produttive''. In questa condizione si prevede che, ''sulla base degli andamenti delle richieste di mercato, sarà necessario effettuare temporanee fermate parziali o anche totale di tutti gli impianti dell'area a caldo, con inevitabile emergere di esuberi strutturali''. Il numero si 4.459 esuberi è ancora provvisorio e sarà sottoposto all'attenzione delle organizzazioni sindacali. L'azienda rimarca comunque la necessità di ricorrere al ''contratto di solidarietà difensivo'' a far data dal 2 marzo.

Intanto restano in bilico i rifornimenti allo stabilimento del capoluogo jonico. Gli autotrasportatori che manifestano davanti allo stabilimento, dopo ore di blocco totale, stanno consentendo 'a singhiozzo' l'ingresso ad alcuni mezzi per consegnare le materie prime all'azienda. Alcuni manifestanti parlano di una piccola tregua per tre giorni, sempre però caratterizzata da restrizioni alle forniture. Se non arriveranno risposte certe sul pagamento che i lavoratori vantano nei confronti del Siderurgico, riprenderà il blocco completo.

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