Virginia Veronesi (intervista): «In When I was you parlo di sogni»

di Nicola Ricchitelli – Può un semplice spot darti la notorietà? A quanto pare sì: è la storia di Virginia Veronesi da Lodi – 24 anni - che chiamata ad interpretare la sigla di lancio della scorsa edizione di “XFactor” – il pezzo in questione è appunto “Try” della cantante statunitense Pink – si è ritrovata pur senza partecipare e quindi vincere il programma a dover gestire una popolarità assolutamente inaspettata: «E' iniziato tutto dallo spot per l’edizione 2014 di “XFactor”, ed effettivamente è stato un buon trampolino di lancio visto che successivamente è arrivato un importante progetto».

Il passo successivo – a distanza di meno di un anno – del suo primo singolo “When i was you”, un brano che parla di sogni ma raccontati con la sguardo di una bambina: «E' una canzone che parla di sogni, raccontati dallo sguardo di una bambina che nella canzone è un po’ la bambina che io ero. Quindi, a partire da uno sguardo innocente e sincero, guardavamo il mondo pensando che tutto fosse possibile, tutto fosse raggiungibile e realizzabile. Io sono molto contenta del lavoro fatto, perché pur parlando di una tematica abbastanza semplice lo si è riusciti a farlo in maniera raffinata e dolce».

D: Virginia a quanto pare Pink ti ha portato fortuna?
R:«(ride) beh, si. È iniziato tutto dallo spot per l’edizione 2014 di “XFactor”, ed effettivamente è stato un buon trampolino di lancio visto che successivamente è arrivato un importante progetto. Sicuramente possiamo dire che Pink mi ha portato fortuna».

D: Immagina per assurdo di doverla incontrare un giorno. Cosa le diresti?
R:«Le direi che la sua canzone in un'altra versione ha reso tanto quanto il suo pezzo originale. Quindi, ecco, forse il pezzo ha una forza tutta sua indipendentemente da chi la canta e dall’arrangiamento che viene eseguito».

D: E sognare un duetto con lei…?
R:«Diciamo che a prescindere da questa cosa, lei è un artista che ammiro molto. Mi piacerebbe molto duettare con lei».

D: Come sei arrivata a quel promo e quindi in ottica “XFactor”??
R:«Tutto è partito da dei provini, questo casting mi era stato proposto dal mio direttore di accademia e dopo tre selezioni sono stata scelta dalla produzione».

D: Per “X Factor” meglio comparire in un promo o sarebbe stato meglio parteciparvi?
R:«Alla lunga devo dire che sono contenta di aver fatto questo tipo di percorso, per come sono fatta io, credo che non avrei retto quelle attenzioni nei miei confronti».

D: Quale è stato il tuo percorso musicale fino ad oggi?
R:«Dunque, io ho iniziato a cantare sin da quando ero piccina, devo dire che in primis i miei genitori hanno avuto l’intuito di capire che questa poteva essere una mia passione da coltivare. Certo, non credo che loro si immaginassero tutto questo però siccome non stavo mai zitta (ride) hanno deciso di incanalare tutta questa energia e la mia voglia di cantare in un percorso di studio. Quando ho iniziato da bambina con la musica classica e il canto classico, che successivamente è sfociato nel canto moderno».

D: Dal 24 aprile è in rotazione nelle radio il tuo nuovo singolo “When i wasyou…”. Come hai vissuto l’attesa di questo momento per te sicuramente molto importante?
R:«E' stato un lavoro che ci ha portato via molti mesi e quindi ora stavo vivendo il lancio in maniera più serena. Però da qualche prima dell'uscita ho iniziato a realizzare ed a fare il conto alla rovescia e ad interrogarmi sulla reazione delle persone, sull'effetto che fa sentirsi in radio, visto che per me è la prima volta».

D: Vi è una critica che temi di più?
R:«Ce ne sono tante, uno pensa di non farci molto caso e di rispettare i gusti della gente, cerchi di essere molto democratica, però ogni tanto dispiace non essere apprezzata».

D: Parlaci un po’ del tuo nuovo singolo “When i was you”….
R:«E' una canzone che parla di sogni, raccontati dallo sguardo di una bambina che nella canzone è un po’ la bambina che ero io. Quindi, a partire da uno sguardo innocente e sincero, guardavamo il mondo pensando che tutto fosse possibile, tutto fosse raggiungibile e realizzabile. Io sono molto contenta del lavoro fatto, perché pur parlando di una tematica abbastanza semplice si è riusciti a farlo in maniera raffinata e dolce».

D: La scelta di cantare inglese non potrebbe penalizzare il brano?
R:«Beh si, diciamo che è una domanda che ci siamo posti dal momento in cui abbiamo deciso di scrivere il pezzo, però abbiamo voluto continuare in inglese perchè in fondo la musica è musica a prescindere dalla lingua. Secondo me il significato del brano sarà più che comprensibile, oltre al fatto che è più facile che sia ascoltato anche all’estero».

D: Però un album tutto tuo lo sogni?
R:« Certo, sì. Diciamo che questo è il prossimo sogno da realizzare».

D: Se ne parla... dunque è stato programmato o vi sono ancora lavori in corso?
R:«Al momento no, ma chissà... vi farò sapere!».

D: Avresti mai pensato di arrivare qui da uno spot televisivo?
R:«Assolutamente no... questo è già un sogno che si realizza».

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