Dacca, "I killer non erano dell'Isis"

DACCA - Gli autori della strage al ristorante di Dacca erano tutti giovani, altamente istruiti e provenienti da famiglie bengalesi benestanti, dove diventare miliziani "è diventata una moda". E' il ritratto spiazzante dei jihadisti fornito oggi dal governo del Bangladesh per bocca del ministro degli Interni Asaduzzaman Khan, secondo cui il commando non aveva alcun collegamento con l'Isis. Secondo Khan, i giovani "erano membri del gruppo jihadista bengalese Jumatul Mujahedeen Bangladesh", dichiarato illegale nel paese da più di dieci anni.

"Erano tutti bengalesi" i sei membri del commando che venerdì sera ha attaccato la Holey Artisan Bakery di Dacca, uccidendo almeno 20 persone, fra cui 9 italiani. A dichiararlo l'Ispettore generale della polizia del Bangladesh, AKM Shahidul Hoque.

In dichiarazioni riferite dal quotidiano The Daily Star, Hoque ha precisato che dei sei, almeno cinque erano certamente militanti che le forze dell'ordine nazionali stavano cercando di arrestare da tempo.

"Li abbiamo cercati in molti luoghi in tutto il Paese - ha infine detto - ed ora sono stati uccisi qui".

Dal Messico, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha detto che "tutti gli italiani sono con animo triste per i connazionali vittime di una violenza terrorista che semina morte in tutti i continenti. Erano impegnati con la loro presenza a contribuire alla crescita del Bangladesh. Hanno impersonato il contrasto tra una pacifica convivenza e l'ottusità e la violenza del terrorismo. La vostra presenza - ha aggiunto in un breve discorso accompagnato dall'ambasciatore Alessandro Busacca - è un ponte di collaborazione" tra due Paesi "legati da un'amicizia profonda e crescente collaborazione".

Intanto nella tarda notte di sabato il governo giapponese ha confermato la morte di 7 cittadini giapponesi, 2 donne e 5 uomini. Dopo l'Italia quello nipponico è il secondo paese che ha pagato più caramente la strage di Dacca per numero di vittime.

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