Disastro Xylella, prospettive oltre il danno: un problema agricolo, sociale, ambientale e culturale

Da circa tre anni la preoccupazione degli operatori agricoli e l'attenzione dell'opinione pubblica del Salento sono rivolte in massima parte alla problematica connessa al disseccamento rapido dei nostri olivi, causato dal diffondersi del batterio da quarantena Xylella fastidiosa. L'insediamento del batterio Xylella fastidiosa nel Salento è senz'altro un disastro agricolo, ma anche sociale, ambientale e culturale. Le soluzioni che la Commissione Europea ha inteso fin qui adottare per affrontare la minaccia di Xylella fastidiosacome un patogeno delle piante, chiedendo misure di gestione e di contenimento, si scontrano con la realtà della nostra olivicoltura. Le piante di olivo nel Salento hanno rappresentato da sempre la ricchezza del territorio esprimendo valori economici-produttivi, ma anche sociali, ambientali e culturali. Per tale motivo le strategie di controllo del parassita devono andare oltre gli aspetti tecnico-economici, considerando, quindi, anche quelli sociali, ambientali e culturali. L'attività agricola è fondamentale non solo per la produzione di beni alimentari ma anche per il suo contributo a disegnare il paesaggio, proteggere l'ambiente e il territorio e conservare la biodiversità. Da sola, comunque, l'agricoltura non può determinare lo sviluppo di un territorio. Diviene fondamentale, quindi, sensibilizzare le Istituzioni, i produttori e le loro organizzazioni a definire scelte strategiche comuni per il futuro dell'agricoltura salentina ed iniziare ad immaginare un nuovo modello di sviluppo del territorio che tenga conto della presenza ormai endemica del batterio Xylella fastidiosa, con il quale dobbiamo convivere nella speranza di contenerlo. Per tale motivo, i cittadini e i produttori agricoli salentini, unitamente alle Istituzioni regionali e locali, sia pubbliche che private, dovranno assumere impegni precisi nel mettere in atto azioni, condotte e scelte che garantiscano, anche per le generazioni future, da un lato la tutela del territorio e il diritto al cibo e dall'altro un equo reddito ai produttori agricoli. Questo perché la crescita sociale ed economica di un territorio non può che essere il risultato della convinta adesione della popolazione e della necessità di collaborazione fra i vari soggetti interessati. Per quanto precedentemente riportato ed in attesa che la ricerca possa giungere nel medio e lungo periodo ad unacura delle piante infette dal batterioXylella fastidiosa, tenendo conto, altresì, che la gestione di detta epidemia deve necessariamente prevedere anche altre competenze di tipo economico, ambientale, politico e sociale, è ormai giunto il momento di condividere

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