In sciopero i lavoratori del Presidio di Riabilitazione 'Padre Pio' di Capurso

BARI - Sciopereranno per l’intera giornata di oggi 3 maggio i dipendenti del Presidio di Riabilitazione “Padre Pio” di Capurso (BA) per rivendicare il diritto alla regolare retribuzione che da anni arriva a singhiozzo.

Una situazione che ormai le Istituzioni conosco bene e per le quali hanno attivato misure per una soluzione che ad oggi non arriva.

I lavoratori hanno chiesto alla ASL BA l'applicazione del potere sostitutivo previsto dall’ex art. 30 D. Lgs. 50/2016 ed art. 1676 c.c. per il pagamento degli stipendi in luogo dell'inadempiente datore di lavoro.

“Non è possibile pretendere che si possa garantire il diritto alla salute del cittadino se chi lavora per promuoverlo vede calpestato il proprio diritto al salario e viene relegato in una pericolosa condizione di indigenza”, si legge in una nota di una delegazione di dipendenti.

Pubblichiamo pertanto un comunicato delle Organizzazioni Sindacali CGIL e CISL, indirizzata alle autorità competenti che ha per oggetto la richiesta del potere sostitutivo ASL BA ex art. 30 D. Lgs. 50/2016 ed art. 1676 c.c.

«Le scriventi OO.SS., in nome e per conto di circa cento lavoratori che sottoscrivono la presente per ratifica (i cui nominativi si riserva di mostrare nelle sedi opportune), rappresentano quanto segue. La società GMS S.p.a. che gestisce il Presidio di Riabilitazione “Padre Pio” di Capurso risulta a tutt’oggi inadempiente al pagamento delle competenze maturate a partire da dicembre 2016. Le OO.SS., unitamente ai lavoratori, hanno più volte invitato il datore di lavoro all’adempimento e la ASL Bari all’esercizio del potere sostitutivo previsto ex lege. Che sussista l’obbligo di esercizio del potere sostitutivo, previo il dovere di rendere indisponibili le somme dovute dall’affidante delle commesse pubbliche all’esecutore delle stesse, è dato pacifico e portato dall’art. 30 del D. Lgs. 50/2016; ad ogni buon conto sussiste la coobbligazione della ASL BA ex art. 1676 c.c.  A sgombrare il campo da qualsiasi interpretazione fantasiosa giova sottolineare che “[…] è possibile ritenere applicabile detta disposizione anche al settore delle concessioni di servizi, operando un’interpretazione costituzionalmente orientata, e dunque analogica della disposizione: la Corte Costituzionale, infatti, ha ritenuto che quando nell’esercizio di una determinata attività imprenditoriale intervenga la pubblica amministrazione (in quanto essa eroghi benefici di carattere finanziario o creditizio ovvero affidi ad altri il compimento dell’attività stessa), deve essere assicurato uno standard minimo di tutela ai dipendenti coinvolti, con la conseguenza che diventa ingiustificata l’esclusione dall’ambito di efficacia della norma a tutela dei lavoratori dipendenti da imprese che esercitano un pubblico servizio sulla base di una concessione della pubblica amministrazione anziché di un appalto (arg. da Corte Cost. 1-19/6/1998 n. 226 resa sulla questione di costituzionalità relativa all’art. 36 dello Statuto dei Lavoratori)” (Consiglio di Stato n. 1251/2016)”.

Alla luce di quanto sopra e con riserva di agire con urgenza dinanzi all’Autorità giudiziaria in caso di reiterata inerzia, invitiamo la ASL Bari a disporre immediatamente il pagamento in favore dei lavoratori, previa acquisizione dall’esecutore degli importi singolarmente dovuti, onde consentire ai lavoratori di poter far fronte alle esigenze minime e vitali, proprie e delle loro famiglie. Su tale ultimo aspetto, rappresentiamo che l’inadempimento del datore di lavoro ha avuto riflessi sugli impegni assunti dai lavoratori (si pensi ai mutui ed ai finanziamenti) e sulle condizioni di normale vita familiare. Certi della comprensione, della solerzia e dell’adempimento all’obbligo di legge - così evitando l’avvio delle dovute azioni giudiziarie - in attesa di urgente riscontro, porgiamo distinti saluti».

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