Ilva, Fitto: "Pericoloso teatrino interno al Pd"

BARI - "Su #Ilva assistiamo a irresponsabile quanto pericoloso teatrino politico tutto interno al #Pd In ballo ci sono migliaia di posti di #lavoro e la #salute dei cittadini e sindaco di #Taranto presidente #Emiliano e governo passano il tempo sui #social". Lo scrive su Twitter Raffaele Fitto presidente di Direzione Italia.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO REGIONALE - La gestione della questione Ilva conferma “l’inadeguatezza di un’azione politica e amministrativa di questa Regione nell’affrontare i problemi che attanagliano la nostra collettività e il nostro territorio”. Così il capogruppo DIR Ignazio Zullo che ha sottolineato come il suo gruppo ha sempre cercato di contemperare due valori di rango costituzionale: da una parte il lavoro (art. 1 della Costituzione); dall’altra la tutela della salute (art. 32 della Costituzione). Ma per fare questo ci vuole adeguatezza nei comportamenti ed equilibrio nel voler ricercare, attraverso il dialogo nell’ambito del patto di leale collaborazione, la soluzione più concreta rispetto a quelle che sono le necessità e i bisogni della popolazione. Accade sempre più spesso che il dialogo tra rappresentanti dello stesso partito che guidano lo Stato e la Regione avvenga su Twitter, con dei tweet, ma non sul piano istituzionale. “Ecco perché parlo di inadeguatezza dell’azione politica amministrativa di chi guida questa Regione. I problemi della gente – secondo il capogruppo DIR - sono così complessi che la soluzione può avvenire solo attraverso il dialogo e non il conflitto interistituzionale”.

Un invito alla chiarezza da parte di Luigi Morgante (AP) nei confronti del Presidente Emiliano per sapere se il contenzioso acceso ha dei tempi certi per poter dare seguito anche ad un confronto serio con il Governo nazionale. “Se i tempi sono più lunghi, non sono così vicini come lei spera – ha precisato Morgante -, è necessario che eventualmente rinunci a questo contenzioso e si confronti con il Governo per governare meglio questo processo di industrializzazione con Mittal. Ne va della vita dei cittadini di Taranto, ne va della salute dei cittadini di Taranto, della salvaguardia dei lavoratori dell’ILVA e dell’indotto dell’ILVA”.

Giuseppe Turco si è augurato “che il Governo ci ripensi e apra un tavolo che abbia realmente il potere di modificare il Piano ambientale varato a settembre, avviando la messa a norma degli impianti nei tempi più veloci possibili, a costo di lavorare sette giorni su sette, ventiquattro ore ventiquattro, utilizzando la migliore tecnologia esistente” … “e garantendo l’occupazione degli operai che non devono trasferire i propri inquinanti nelle case dove vivono le proprie famiglie”. Se questo non sarà possibile – secondo il consigliere della Puglia con Emiliano -, “è giusto, allora, che spetti alla magistratura stabilire chi ha ragione e chi ha torto. Io mi auguro, Presidente Emiliano, da tarantino e da pugliese che lei possa trovare la soluzione sperata dai tarantini, che vivono un periodo infelice sia sotto il profilo sanitario che occupazionale”.

Secondo l’assessore allo Sviluppo economico Michele Mazzarano quella odierna è una vicenda caratterizzata da due elementi: la drammatizzazione da parte del Governo nazionale verso il legittimo intento della Regione Puglia di far valere, essendo portatrice di un interesse qualificato, le proprie ragioni” (che sono state tutte disattese). La Regione detiene il potere della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e, sulla base di questo, ha esercitato il proprio legittimo potere. Il secondo elemento – ha aggiunto l’assessore – riguarda l’intento dilatatorio. “Il decreto impugnato opera un immotivato prolungamento dei termini per gli interventi della copertura del parco minerale e del parco fossile, in contrasto sia con il precedente piano ambientale, sia con il decreto del Ministero dell’ambiente del 24 febbraio 2015 relativo all’approvazione dell’intervento dei parchi primari, che a sua volta aveva prescritto una durata di 28 mesi. Anzi, di 24. Quello precedente era di 28 mesi. Invece, il piano ambientale di ArcelorMittal, cristallizzato nel DPCM, procrastina al 23 agosto 2023 questi interventi”.

Mazzarano ha invitato il consiglio a non ricadere negli stessi errori del 1995 (quanto l’ILVA fu acquistata dai Riva, ndr). “Non facciamo l’errore di aprire i tappeti rossi al salvatore della patria - ha aggiunto -; lo abbiamo già commesso con il padrone delle ferriere e abbiamo dato troppo spazio all’idea del profitto, che non lasciava spazio agli investimenti per la bonifica e l’ambientalizzazione. Anche chi difende legittimamente e giustamente il mondo del lavoro, lo deve fare con almeno un quarto della propria visuale rivolto all’altro diritto fondamentale, sapendo, come io invece sono sempre stato convinto essere, che difesa del lavoro e difesa dell’ambiente non solo sono da coniugare, ma sono necessariamente legati”.

“Premesso che non è mai positivo quando la politica risolve le questioni con l’ausilio della magistratura, l’UDC è stato sempre al fianco dei lavoratori dell’ILVA e degli abitanti di Taranto, pur considerando che lo stabilimento ionico rappresenta un bacino produttivo da tutelare nell’interesse non solo della Puglia”. Così Napoleone Cera che puntualizza “non a caso abbiamo sempre ribadito negli incontri locali, nei tavoli regionali e nel dibattito parlamentare che l’ILVA era ed è una questione nazionale e come tale andava trattata, nel senso che richiedeva il massimo coinvolgimento delle parti, evitando prese di posizione che avrebbero poi vanificato ogni tentativo di intesa e di ripresa dell’attività produttiva secondo principi di sicurezza lavorativa e ambientale”.
“Piano ambientale e piano industriale - secondo il capogruppo dei Popolari - sono strettamente connessi, ma siamo convinti che sia prioritario un altro fattore: il tempo, cioè il periodo che serve per rendere veramente efficaci il piano presentato dal compratore e la salvaguardia della sicurezza ambientale, in verità già partita a spese dello Stato. Si faccia presto e si faccia bene. Lo sappiamo, velocità e bontà delle risposte non sempre vanno a braccetto, ma il cambio che invochiamo è proprio nella modalità di affrontare il problema”.

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