Immunità penale ex Ilva, Borraccino: "Sanare anomalia giuridica sollevata dal gip di Taranto"


BARI - L’assessore  allo Sviluppo Economico  Mino Borraccino interviene sul caso dell'immunità penale dei gestori dell'ex Ilva. “Come avevamo più volte denunciato il Decreto Salva Ilva del 2015 presenta, a nostro avviso, un grave vizio di incostituzionalità. Adesso a sollevare ufficialmente la questione è il GIP di Taranto, con riferimento all’immunità penale dei gestori dell’ex Ilva, ora ArcelorMittal Italia".

“Sono 4 anni - prosegue Borraccino - che incalziamo i Governi nazionali, affinché modifichino il loro approccio, totalmente sbilanciato in favore della proprietà e della produzione anche se questo significa continuare a produrre rischio per la salute e esenzione dalle responsabilità civili e penali per i gestori della fabbrica. Quando si insediò il nuovo Governo giallo-verde, ponemmo la questione al Ministro Di Maio che, nonostante l’evidenza e nonostante fino a pochi mesi prima, proprio il suo M5S, sostenesse addirittura la chiusura della fabbrica come unica strada da percorrere, decise di validare il passaggio ad Arcelor Mittal e lasciare l’immunità per i nuovi proprietari".

“Nulla è stato fatto - spiega - per reintrodurre la Valutazione del Rischio Sanitario nell’Autorizzazione Integrata Ambientale; nulla è stato fatto per fermare l’utilizzo di criteri non comprendenti la piena occupazione della forza lavoro pre esistente; nessuna risposta ha ricevuto la Regione Puglia sulla decarbonizzazione proposta dal Presidente Emiliano, addirittura Arcelor Mittal ha fatto un’apertura all’ipotesi mentre il Governo tace".

“Dopo la richiesta del GIP di Taranto , mi auguro che il Ministro Di Maio intervenga per sanare questa mostruosa anomalia giuridica, tutta a danno di lavoratori e cittadini. Il Governo Conte degli slogan, come quello sulla “lotta alla casta” e come il ritornello del “prima gli italiani”, che regala l’immunità per salvare dai processi non solo i suoi Ministri ma anche le multinazionali straniere, è il massimo dell’incoerenza”, conclude Borraccino.

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