Agricoltura, frodi a fondi Ue. M5S: "Rivedere sistema controlli"


ROMA - "La procura di Enna, negli ultimi 3 anni, ha scoperto un giro di frodi a danni dei fondi Ue per l'agricoltura pari a 80 milioni di euro. Falsi agricoltori riuscivano a ottenere i finanziamenti Ue dichiarando di coltivare falsi appezzamenti di terreno, tra cui persino quelli dell'Ilva di Taranto. Si tratta di un gigantesco scippo ai danni dei tantissimi agricoltori onesti che fanno fatica ad arrivare a fine mese. E lo scandalo scoperto potrebbe essere solo la punta dell'iceberg". Lo dice l'eurodeputata del M5S, Rosa D'Amato, in merito all'indagine della procura di Enna sulle truffe ai danni dell’Unione europea sui contributi per la Politica agricola comune (Pac). 

"L'indagine dimostra l'urgenza di rivedere il sistema di gestione e di controlli di questi finanziamenti, dal momento che i controllori coincidono con i controllati - continua - A gestire le domande per l'accesso ai fondi sono infatti i Caa, i centri per l'assistenza agricola delle organizzazioni e dei sindacati di categoria. Che sono di fatto, a differenza di altri Paesi Ue, i controllori. Non a caso sotto inchiesta sono finiti più di 50 dipendenti dei Caa e molti di questi sono stati chiusi".

Per D'Amato, "occorre che le organizzazioni di categoria facciano pulizia al loro interno, ma serve anche rivedere il sistema. E questo è compito del ministro dell'Agricoltura. Che mi auguro agisca in tempi rapidi e senza indugio".
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