Arresti ospedale Monopoli, M5S: "La Regione cosa aspetta ad applicare la legge sul 'whistleblowing'?"


BARI - “È notizia di questa mattina l’arresto di 13 dipendenti dell’ospedale San Giacomo di Monopoli per diffuso assenteismo. Una piaga che, come la corruzione, si potrebbe efficacemente combattere se solo la Regione si adeguasse a quanto disposto dalla legge nazionale sul whistleblowing, ovvero la segnalazione da parte dei dipendenti, pubblici e privati, di reati o di irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito del rapporto di lavoro, approvata nel 2017 grazie al M5S. Invece Emiliano si limita alle parole, invitando i dipendenti onesti a denunciare, ma non mettendoli in condizione di farlo”. Lo dichiara la consigliera del Movimento 5 Stelle Antonella Laricchia che nei giorni scorsi ha depositato una interrogazione all’assessore al Personale Antonio Nunziante per sapere cosa stia facendo la Regione per informare i dipendenti sulla legge. 

“Le nuove disposizioni di legge si applicano ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche - spiega la consigliera Laricchia - degli enti pubblici economici e quelli di diritto privato sottoposti a controllo pubblico. Alle Pubbliche Amministrazioni spetta adottare ogni possibile accorgimento per rendere effettiva la tutela della riservatezza del dipendente che segnala illeciti, disciplinando la procedura per la ricezione e il trattamento delle segnalazioni. La legge del Movimento 5 Stelle mette nero su bianco il divieto di sottoporre a sanzioni, demansionare, licenziare, trasferire o sottoporre i segnalatori di illeciti a misure organizzative che abbiano un effetto negativo sulle condizioni di lavoro. Diverse regioni, tra cui la Toscana, la Lombardia, il Molise e la Campania, con atti di Giunta Regionale hanno già previsto nuove modalità di implementazione della normativa. Per questo vorremmo sapere se anche la Puglia abbia adottato degli atti e quali, in attuazione della legge, e in caso negativo quali siano le ragioni del ritardo e le tempistiche entro le quali intenda provvedere”.

Dall’ultimo rapporto Anac emerge che nel 2018 sono arrivate all’Autorità anticorruzione 783 segnalazioni, una media di due al giorno, e nei primi sei mesi di quest’anno si sia già a quota 493, con un aumento delle segnalazioni provenienti dal Sud. L’Anac per assicurare l’adempimento della legge, ha adottato il regolamento che disciplina il procedimento per l’irrogazione delle sanzioni amministrative e ha comunicato lo scorso gennaio la disponibilità, in modalità open source, dell’applicazione informatica “Whistleblower” per l’acquisizione e la gestione delle segnalazioni di illeciti da parte dei pubblici dipendenti/utenti interni di una amministrazione. Se l'Autorità Anticorruzione accerta che il dipendente ha subito misure discriminatorie, è prevista una sanzione a carico del responsabile fino a 30.000 euro, oltre gli altri profili di responsabilità. Se le procedure non sono conformi o mancano del tutto, nella gestione delle segnalazioni, ci sarà una sanzione fino a 50.000 euro. Infine, nel caso in cui non siano state svolte verifica e analisi delle segnalazioni, è stato introdotto un nuovo illecito: l’ANAC applica la sanzione da 10.000 a 50.000 euro a carico del responsabile che deve controllare le segnalazioni. 

“È necessario - conclude Laricchia - che le amministrazioni regionali si adeguino alla modifica normativa introdotta dalla legge n. 179/2017 e auspichiamo che la Regione Puglia si sia mossa in tal senso. Di contesto alla corruzione non si deve solo parlare, ma bisogna fare atti concreti per tutti quei dipendenti onesti disposto a denunciare”. 
Nuova Vecchia

Modulo di contatto