Simulazioni a Ucronia


di FRANCESCO GRECO - Insonni e sospettosi cittadini di Ucronia, avventuriamoci in un viaggio fantastico, proviamo a immaginare scenari alternativi rispetto a quelli visti a Lampedusa, e a fare alcune ipotesi? Simulazione 1: una nave carica di migranti guidata dalla capitana Concetta, italiana, giunge in rada nel porto tedesco di Amburgo.
   
Cosa succede? Stando ai dettami del politicamente corretto, del Club Radicale, la fanno entrare tranquillamente, accolgono i 40 ospiti e li registrano? I tedeschi che poi ce li rispediscono drogati e che volevano solo i siriani “buoni”, che non esistono, leggenda metropolitana? E se fa un’azione di forza, come la signorina Carola qui, la Merkel applaude sul molo tutta eccitata da sussulti neoumanitari? 
   
Simulazione 2: se fosse approdata a Marsiglia, che accoglienza avrebbero riservato i moralisti francesi che alla frontiera di Ventimiglia ce li rispediscono nottetempo, come ladri, con la corriera? Che, marzo 2018, a Bardonecchia, respinsero una ragazza nigeriana malata e incinta, che poi morì di parto?
   
Simulazione 3: i parlamentari tedeschi sarebbero saliti a bordo della “Sea Watch 3” legittimando, di fatto, con una provocazione marinettiana, l’immigrazione clandestina e le soluzioni banditesche, da guappi, buone per i film d’avventura alla Salgari o Indiana Jones? Se sono gli stessi francesi e tedeschi d’improvviso pietosi, perché se ne disinteressano, evocando un antico proverbio di Terra d’Otranto: “Con la pelle altrui la cinghia la si fa bella larga…”?    
   
Ancora un’altra simulazione, più local: se il ministro degli Interni non fosse stato l’odiato, il razzista, il fascista, lo xenofobo Salvini ma, diciamo, Marco Minniti che i media portano in un palmo di mano, i “pirati” del Pd, + Europa e Leu (in cerca di visibilità mediatica come il tossico la “dose”) sarebbero andati sulla nave, con una forzatura lacerante, un atto di pirateria politica che mette in imbarazzo non Salvini, vaccinato a tutte le intemperie, o il governo, le cui leggi si applicano solo se è “amico”, ma proprio loro, i “pirati”, rozzi demagoghi, oltre che le istituzioni? O magari avrebbero invocato il rispetto delle regole, la legalità? Intonando il vecchio, logoro mantra “Aiutiamoli a casa loro”?

Per essere coerenti, scesi dalla nave dopo la performance, la buffonata (Casini ha ragione: “il centrosinistra è autolesionista), Orfini e compagni, se hanno gli attributi, dovrebbero portarsi a casa un paio di migranti cadauno, visto che guadagnano bene e possono permetterselo, vivendo di politica, altrimenti fanno la figura dei magliari, agit-prop qualunquisti, da inquisire per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’internazionalismo proletario deve essere militante, sennò è retorica. 

Sospesa nel cielo cobalto del Mediterraneo e dell’Europa “mite” (Raffaele Simone, “L’ospite e il nemico”, Garzanti) e masochista, infiacchita, che relativizza i suoi valori fondanti asportando crocefissi, un quiz per i “pirati 2.0”: hanno una soluzione sul tema, o si limitano a contrastare populisticamente le idee altrui, per un pregiudizio preso di corto respiro, vigliaccamente, senza sporcarsi le mani? 

Intanto la signorina Carola, citazione di sir Francis Drake, associata forzatamente ad Antigone diventata, a sua insaputa, un’icona della sinistra italica sempre assetata di simboli perdenti, di nicchia (Mimmo Lucano, Asia Argento, Luxuria, etc).
  
L’immigrazione è cosa seria e complessa, epocale, come aveva intuito in tempi non sospetti l’infedele Oriana Fallaci finendo out dalla narrazione politically correct e perciò condannata alla damnatio memoriae (cosa di cui non gliene poteva fregar di meno).
  
E’un intreccio irrisolto di leggende, favole e aspro realismo: soluzioni doc, chiavi in mano, non ce ne sono. “Bisogna cambiare”, dice Zingaretti, e dicci come. Fermo restando lo storytelling in parte falso che ci vendono i media (Boeri, ci pagano le pensioni: e quando mai?) e le associazioni umanitarie (chi gira l’Africa di rado vede bambini denutriti, ma le suddette li usano come esca per attrarre laute donazioni). 

Una soluzione, la meno peggio, potrebbe essere questa: e se restassero nei loro paesi, a prendere coscienza, combattere le satrapie e i dittatori, sfruttare le immense risorse che hanno e darsi un futuro di progresso e dignità che qui non concede più nessuno? Almeno una capanna ce l’hanno, qui possono solo spacciare droga. Marginalità di cui i nativi sono stufi, e votano Salvini.
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