Chiara ai millennial: “Restate al Sud…”

di FRANCESCO GRECO - ALESSANO (LE). Ultimo rapporto di “Migrantes”: l’anno scorso sono andati via in cerca di lavoro 128mila giovani (la metà dal Mezzogiorno d’Italia). Negli ultimi 13 anni, è stato di ben il 70% l’incremento dell’emigrazione.

Bastano questi due elementi per giustificare la desertificazione dei paesi intorno a noi, le terre abbandonate, le case in vendita: il Sud è abitato da vecchi e da fantasmi.

E se ne vanno i migliori (uno su 4 è laureato, spesso col master e il dottorato di ricerca), nel fiore delle energie intellettuali e fisiche.

Una vera e propria politica di contrasto non c’è, e chi torna talvolta se ne pente amaramente, perché ritrova precarietà e omologazione, senza la possibilità di organizzarsi un futuro, metter su famiglia. Un suicidio economico, e culturale, annunciato.

Eppure c’è chi resta, con coraggio e passione investe su se stesso. Apre una start-up e ogni giorno combatte per farla crescere. Maria Chiara Buffelli, per esempio. Nata ad Alessano (Lecce), 27 anni, laureata in Odontoiatria all’Università di Genova, una sorella, Francesca, anatomo-patologa al “Gaslini” (Genova), il padre Mario nel settore dei marmi, la madre Giuseppina Cioli manda avanti l’agriturismo “Le Lantane”, un anno fa aprì nella centralissima via Rimembranze (fra la scuola primaria e l’hotel Colibrì), uno studio odontoiatrico avveniristico. Bella serata, tanti amici, mille auguri, pasticcini e bollicine: festa riuscitissima. E poi?

Domanda: Contenta di essere rimasta?
Risposta: “Dopo aver avuto la possibilità di provare l’esperienza di vivere in una città e quindi una realtà diversa da quella del mio piccolo paese, sono arrivata alla conclusione che nonostante tutto la mia vita sarebbe stata più felice nel posto in cui sono nata, cresciuta con i miei affetti e le mie realtà.
Dopo 6 anni di università mi è stata data la possibilità di realizzare il mio sogno grazie alle persone che contano di più nella mia vita, e anche grazie alla mia tenacia. Quindi sono felicissima di essere rimasta nel mio piccolo ma felice rifugio”.

D. Dopo circa un anno, che bilancio fa?
R. “Lo studio è stato aperto il 29 dicembre dell’anno scorso dopo un anno di burocrazie varie e di lavori serrati. Ma posso solo dire che sono contenta di come stia andando, di come procede il lavoro. In generale i pazienti sono spaventati dalla figura professionale del dentista, e io nel mio piccolo sto cercando di far capire che grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi studi, non si hanno più le problematiche che un tempo potevano essere presenti.
I pazienti soprattutto sono allarmati dal punto di vista economico, in quanto il mio è un ambito molto costoso, dal momento che la materia prima necessaria è esosa e di conseguenza i costi delle prestazioni elevati.
Posso confermare che il bilancio è solo che positivo, con la speranza che anno dopo anno possa crescere sempre di più”.

D. La rifarebbe come scelta professionale e di vita?
R. “Le difficoltà sono presenti in ogni ambito, ma sono affrontate solo quando si ha passione per quello che si fa e io rifarei altre mille volte questa scelta. Oltre alle tante difficoltà, mi porta giorno dopo giorno tante soddisfazioni, la prima in assoluto: ridare il sorriso, un’emozione unica che riempie il cuore di gioia”.

D. Cosa consiglia ai neo-laureati del Sud?
R. “Di seguire il loro istinto, le loro passioni, il loro percorso. Non vi spaventate davanti alle prime problematiche, non vi arrendete: dietro ci sono tante soddisfazioni. Date il meglio di voi stessi, solo così vi sentirete appagati: fidatevi. Le soddisfazioni arrivano anche al Sud, in quel luogo così tanto discusso, ma anche tanto amato”.
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