Casa del Mutilato Lecce, Pellegrino: “Accelerare su progetto di recupero”

LECCE - “Il Vittoriano di Lecce deve essere una risorsa per l’intera comunità. Ma si faccia presto dando seguito agli accordi sottoscritti quasi due anni fa con il protocollo di intesa tra Comune di Lecce, Asl di Lecce e l’Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra”.
Lo dichiara il consigliere regionale Paolo Pellegrino chiedendo tempi certi per il progetto di rilancio e valorizzazione dell’ex Casa del Mutilato di piazza Italia.

“Si tratta – spiega l’esponente di centrosinistra - non solo di un pezzo della nostra storia (essendo un edificio risalente alla fine degli anni ’20) e di un biglietto da visita per il nostro centro storico, ma soprattutto di un luogo dove davvero si possono offrire nuovi servizi. Il progetto di recupero, firmato infatti a marzo 2018, prevede la sperimentazione di un progetto di rigenerazione/innovazione sociale che mira a rispondere alle nuove sfide sociali, coinvolgendo attivamente vari attori territoriali, fondandosi sul concetto di ‘sussidiarietà circolare’. In sostanza si procede all’attivazione di una rete innovativa di welfare tra Comune, Asl, ANMIG, imprese terzo settore, Università e Scuole, soggetti, come cooperative, associazioni e fondazioni, che a vario titolo erogano servizi che possono facilitare la conciliazione vita-lavoro. Ma non solo. L’ubicazione del Vittoriano si presta infatti ad intercettare l’esigenza di aver in pieno centro cittadino un unico punto di contatto dove progettare un intervento complesso di valorizzazione dell’immobile e della sua gestione, orientato verso un secondo welfare, capace di riflettere su nuove forme di gestione dei beni culturali. Penso alle tante realtà del nostro tempo come l’invecchiamento della popolazione, la non autosufficienza, il precariato (specie delle nuove generazioni), la estrema vulnerabilità delle giovani e giovanissime generazioni. Fattori che possono essere mitigati proprio da un’incisiva rete tra pubblico, privato e terzo settore”.

“Per questo auspico – conclude Pellegrino – una risposta rapida al lento deterioramento di questo bene, con un progetto non solo rigenerativo ma in grado di attivare un processo condiviso, partecipato e continuativo che sia in grado di valorizzare le capacità dei singoli cittadini e delle loro organizzazioni in rapporto con le istituzioni pubbliche e sociosanitarie e rigenerare visioni e pratiche di un’intera comunità”.
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