Il rinvio di Juventus Milan e la rabbia dell'Inter: gli effetti del Coronavirus sul calcio italiano

(ANSA)
di ANTONIO GAZZILLO - Ancora un rinvio. Questa volta è toccato alla semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Juventus e Milan. La partita, inizialmente prevista a porte aperte, ad eccezione dei residenti nelle zone maggiormente colpite dal virus, è stata rinviata a data da destinarsi dopo la riunione in Prefettura del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal Prefetto di Torino con i rappresentanti della regione, la Sindaca e il Questore.

I continui rinvii delle partite e l’indecisione della Lega Calcio hanno causato la rabbia di molti club della massima serie, soprattutto quella dell'Inter, convinta di essere sfavorita nella corsa scudetto dalle decisioni prese. La società nerazzurra, nella figura di Beppe Marotta prima e in quella di Steven Zang dopo, ha espresso tutto il suo dissenso.

Il dg interista aveva parlato di campionato falsato; dose rincarata dal numero uno nerazzurro che ha accusato il presidente della Lega Calcio di essere un pagliaccio e di anteporre gli interessi economici alla salute pubblica.

E neanche la proposta di recuperare le gare rinviate nella ventiseiesima giornata, tra cui Juventus Inter, nel prossimo weekend, slittando di una settimana tutti gli altri turni, ha trovato l’approvazione della società milanese.

Attraverso una lettere alla Lega, Marotta ha confermato la posizione della società chiedendo di recuperare prima le gare della venticinquesima giornata tra cui Inter Sampdoria.

La Lega Calcio deve inevitabilmente assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo cercando di trovare al più presto una soluzione logica, per evitare il rischio dell’annullamento del campionato in corso, ormai intasato nel calendario e pressato dai limiti di tempo da rispettare in vista degli Europei.
La salute pubblica non può essere messa in secondo piano, lasciando spazio agli interessi economici e allo spettacolo. Giocare a porte chiuse deve essere la strada da percorrere; e anche se questa decisione potrebbe ridimensionare il calcio, privo della passione e dell’anima dei tifosi, consentirebbe, in un momento di totale emergenza, il regolare svolgimento del campionato, fondamentale al pari del lavoro di una grande azienda.
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