Candida Livatino: ''Non perdiamo l'abitudine di scrivere a mano, stimola la nostra creatività''


MILANO -
Il mondo della grafologia e i segreti di una professione che affascina e incuriosisce. Ma come ci si avvicina a questa realtà e quali sono i requisiti giusti? Ne parliamo con l'esperta Candida Livatino.

Come si è avvicinata alla grafologia? 
Nel mio caso si può veramente parlare di “sliding doors”. Il mio incontro con la grafologia è dovuto alla pessima, anzi incomprensibile, grafia di mio figlio: “sembra arabo” dicevano le insegnanti.  Per tutto il ciclo delle elementari gli era stato concesso di scrivere in stampatello, alle medie non più e così mi sono rivolta ad una grafologa. Il problema di Matteo era che la mano faticava a seguire la velocità del pensiero e non si è mai risolto del tutto. In compenso, ironia della sorte, ora scrive meglio in arabo, lingua che ha imparato e parla molto bene. In compenso l’incontro con questa meravigliosa scienza è stato per me fulminante.  Mi sono rimessa sui banchi di scuola per ben 5 anni, approfondendo le varie branchie della grafologia, fino a farla diventare la mia professione.

Qui in Italia è ancora poco utilizzata? 
Rispetto ad altri paesi, in particolare la Francia, è sicuramente meno utilizzata, anche se le due grandi scuole di grafologia sono appunto quella francese e quella italiana, grazie a Padre Girolamo Moretti. Le ragioni possono essere molteplici, ma, a mio avviso, la principale è che la grafologia è rimasta per molti anni patrimonio degli “addetti ai lavori”, oppure usata solo nelle vertenze giudiziarie. Ultimamente l’utilizzo di questa scienza si è esteso ad ambiti diversi e sono aumentate le pubblicazioni attraverso le quali è possibile, anche per un neofita, documentarsi. L’obiettivo che perseguo con i miei libri è proprio quello di avvicinare chi è incuriosito dalla grafologia e, per favorire questa curiosità, uso un linguaggio molto semplice, comprensibile a tutti.

Come si diventa grafologi e come si analizza la scrittura? 
Per diventar grafologi necessitano determinazione, passione, sensibilità e molto studio. Si possono frequentare dei corsi universitari specifici oppure scuole di grafologia create e curate da studiosi della materia di grande esperienza. L’analisi grafologica si basa su tre momenti ben distinti: l’osservazione del testo, l’individuazione dei segni e la loro intensità/frequenza, la sintesi che, come in un puzzle, mette insieme gli elementi emersi nelle sue fasi precedenti. Ho molto semplificato, ma per entrare nel dettaglio servirebbero molte pagine.

La tecnologia, ormai, ha sostituito l'uso della scrittura a mano. Cosa ne pensa? 
Sicuramente l’uso dei computer, dei tablet e degli smartphone è molto utile, soprattutto in questo periodo nel quale non è possibile la relazione diretta a causa del coronavirus. La possibilità di stare in famiglia con i figli e la disponibilità di tempo potrebbero però costituire l’occasione per riabituarli a scrivere a mano.

Quali sono i vantaggi? 
I vantaggi che si ottengono scrivendo a mano sono innumerevoli e potrebbero davvero essere d’aiuto ai ragazzi, ma anche ai genitori, che hanno perso questa abitudine. Scrivere a mano stimola nuove idee e la creatività, mentre un uso eccessivo della tastiera, qualunque essa sia, non consente di tenere in allenamento il cervello, di utilizzare alcune zone cerebrali. Non lo dico io, ma fior di studi di importanti Università. Prendere appunti a mano inoltre migliora l’apprendimento, favorisce la concentrazione e tiene allenata la memoria. Con questo non voglio dire che i ragazzi non debbano usare il computer, ci mancherebbe altro! Nel contempo è però importante che non perdano l’attitudine scrivere a mano, che consente loro anche di avere una miglior padronanza grammaticale e sintattica.

La scrittura di un personaggio che l'ha colpita particolarmente? 
Non uno in particolare, ma parecchi. Mi ha colpito la scrittura di poeti come D’Annunzio e Leopardi, di musicisti come Verdi e Rossini, di magistrati come Falcone e Borsellino e di personalità politiche ed istituzionali come Aldo Moro e la Regina Elisabetta. Mi hanno incuriosito anche le scritture di alcuni attori, cantanti e sportivi. Analizzo anche, sui settimanali “Giallo” e “Vero” la grafia di lettori, curiosi di conoscersi più a fondo.

Di chi le piacerebbe analizzare la scrittura? 
Ho analizzato la scrittura di Papa Francesco e la firma di Obama e Trump. Un personaggio che mi incuriosisce molto, in questo momento, è il premier britannico Boris Johnson, così come mi piacerebbe osservare quella di Bill Gates.

Candida, come sta trascorrendo queste giornate e secondo lei come ne usciremo? 
E’ un periodo veramente molto difficile, anche per chi non è direttamente colpito, dal punto di vista psicologico. Vedere tanta sofferenza è veramente devastante. Da questa esperienza credo che ne usciremo migliori, perché apprezzeremo molto di più quelle cose che prima davamo per scontate. Avere qualcosa da fare in questi momenti è molto importante. In questi due mesi ho dovuto ultimare il mio quarto libro, nel quale tra l’altro analizzo la scrittura di molti dei personaggi citati. Inoltre devo preparare i profili dei personaggi che analizzo ogni domenica nella rubrica di Studio Aperto e portare a termine alcune perizie per vertenze giudiziarie. Come vede, per fortuna, non ho avuto modo di annoiarmi più di tanto.

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