Due film per sette giorni TV

di FREDERIC PASCALI - Con le sale cinematografiche chiuse e le incombenze legate al contenimento dell’epidemia da Covid-19 i palinsesti televisivi dei canali in chiaro sono più che mai affollati da un’offerta filmica estremamente variegata. 

In questo contesto voglio segnalarvi due lavori completamente differenti l’uno dall’altro ma accomunati dall’ossessione per il cibo.

Stanotte alle 00,55 su Rai Movie, canale 24, “Il minestrone”. Diretto da Sergio Citti, datato 1981, con Roberto Benigni, Franco Citti, Ninetto Davoli, Giorgio Gaber e Daria Nicolodi tra gli interpreti principali, narra la vicenda surreale di due vagabondi, Davoli e Citti, che il caso aggrega, in un sodalizio tra “morti di fame”, con il “Maestro”, Benigni, un distinto e colto giovane dispensatore di trucchi per mangiare a sbafo nei ristoranti romani.

Collaboratore storico di Pierpaolo Pasolini, Sergio Citti in qualche modo ne ripropone il verbo con una storia di antieroi, di disperati alla ricerca di una salvezza rappresentata dal cibo che quasi come un sacro Graal si trasforma in un’ossessione senza possibilità di salvezza. Una metafora della società del tempo che Citti gira con il consueto stile asciutto ed essenziale avvalendosi delle musiche di Nicola Piovani e dell’affiancamento di Vincenzo Cerami per la sceneggiatura.

Venerdì 3 aprile alle 21,10, su Top Crime, canale 39, “Complotto di famiglia”. L’ultimo film diretto da Alfred Hitchcock mantiene le promesse e i consueti cliché del maestro del brivido, dal tema del doppio, i travestimenti, le coincidenze e così via.

Tratto dal romanzo “The Rainbird Pattern” di Victor Canning, “Complotto di famiglia” (“Family Plot”)è un thriller ammantato dai contorni del dramedy grazie al consueto umorismo noir di Hitchcock che permea l’intera pellicola.

Blanche, la protagonista della storia, è una giovane veggente, interpretata da Barbara Harris, che viene chiamata dalla ricca signora Rainbird a rintracciare un nipote illegittimo abbandonato quarant’anni prima. La ragazza si getta anima e corpo nella missione aiutata dal compagno George, attore mancato e tassista di mestiere, ma ben presto la situazione si complica ed entrano in scena altri ambigui personaggi.

Di grande rilievo il cast tecnico del film con la sceneggiatura, come di consueto attentissima ai dettagli, affidata a Ernest Lehman, uno dei mostri sacri dell’epoca, la bella fotografia ombrata di Leonard J. South e le musiche del cinque volte premio Oscar John Williams.

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