Famosi e malati: George Gershwin

di VITTORIO POLITO – George Gershwin (1898-1937), forse l’artista che ha saputo offrire una sintesi fra musiche di estrazione popolare e quelle della tradizione più nobile, insomma una miscela di immenso fascino. Molto attratto alla musica di Maurice Ravel, si narra che un giorno si recò al Maestro per chiedere lezioni, ma il celebre autore del “Bolero” rispose: “Perché vuoi diventare un mediocre Ravel, quando sei un bravo Gershwin?”.

Pare che in vita avesse sofferto di ulcera gastrica, ma ulteriori studi hanno consentito di conoscere meglio la patologia di cui era portatore George.

Probabilmente si trattò di un tumore localizzato nel lobo parietale destro del cervello un “astrocitoma” o “ganglioblastoma”, neoplasie che possono anche manifestarsi con disturbi gastrointestinali che simulano l’ulcera ed anche “allucinazioni olfattive”, caratterizzate dalla percezione di odori inesistenti. Compaiono nelle lesioni del lobo temporale e nella schizofrenia.

Dopo un paia di svenimenti, si riprese e continuò a lavorare, ma il 19 luglio 1937 ebbe un nuovo svenimento, seguito da altri e venne ricoverato d’urgenza, dove fu deciso un intervento al cervello, ma l’esperto neurochirurgo, trovandosi a pesca in un panfilo dall’altra parte dell’Oceano, per interessamento dello stesso presidente Roosevelt fu intercettato da due torpediniere militari. Fu allora stabilito un ponte radio attraverso il quale il neurochirurgo “guidò” l’intervento eseguito dal collega Carl Rand.

Nonostante l’intervento fosse stato eseguito con perizia e asportata la lesione, Gershwin riprese conoscenza, ma dopo alcune ore morì.

Nel 1918 George Gershwin pubblica “Half past eight” e nel 1919, “La Lucille”.  Con la bella “Swanee”, cantata da Al Jolson, diviene famoso e inizia la sua lunga carriera a Broadway, per sfondare poi ad Hollywood. “Lady Be Good” è la sua prima opera di grande fama, da cui trae idee per la famosa “Porgy and Bess”, cui seguono “Oh Kay!”, “Funny Face”, “Strike Up The Band” e, nel 1934, l’ormai storico standard “I got rythm”, lavori musicali che lo fanno conoscere al grande pubblico. Nel 1928, rappresenta a Parigi “Concerto in fa” e riscuote grande successo che aumenta con la presentazione del celebre poema sinfonico “American in Paris” e della notissima “Rhapsody in Blue”, commissionatagli da Paul Whiteman per dare all'America una musica nazionale.

Le musiche di Gershwin, mai dimenticate, emergono ovunque, insieme a quelle di altri americani.
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