Voglio la mia biblioteca anche se c’è n’è un’altra uguale


VITTORIO POLITO - Una nota a firma Gennaro Totorizzo su “Repubblica Bari” del 5 giugno scorso titolava “In Puglia la falsa ripartenza delle biblioteche universitarie. Ministero dà l’ok ma personale è in smart working”, mentre il Rettore dice che “Senza personale è impossibile”.

Il problema delle biblioteche universitarie viene da lontano ed è difficilmente risolvibile. Il motivo è presto detto. La Facoltà di Medicina di Bari, che conosco bene per aver prestato la mia opera di assistente bibliotecario per 40 anni, è “ricca” di biblioteche sparse in quasi tutti gli Istituti. Pur in presenza di una Biblioteca Centrale, molti Istituti, per volontà dei titolari, hanno la biblioteca “personale” e sempre contrari alla centralità del servizio che equivarrebbe ad economizzare sul personale ed a mettere a disposizione di tutti il materiale librario. In sostanza si ridurrebbe non di poco la spesa per gli abbonamenti, per il personale, per il numero di fotocopiatrici, ecc.

Lo sperpero è evidente, molti abbonamenti sono doppi o tripli, poiché presenti in varie biblioteche e che i titolari di Cattedre desiderano avere a disposizione “la propria biblioteca anche se c’è né una simile”. Molte di queste biblioteche non hanno nemmeno disponibili i collegamenti, anzi i computer spesso sono chiusi nelle stanze dei docenti, quindi inaccessibili.

Nel 1989, ad esempio, il “Catalogo collettivo dei periodici delle Università del Mezzogiorno”, pubblicata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, riportava il numero di abbonamenti delle riviste presenti nelle Facoltà da cui risultavano: “Agricoltura”: 7 abbonamenti; “Agricoltura e ricerca”: 6; American Journal Medicine: 3; Giurisprudenza Costituzionale: 6; “Intersezioni”, 7; Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana: innumerevoli. Questo solo un esempio della moltiplicazione degli abbonamenti.

Oggi è possibile collegarsi con i moderni mezzi multimediali a siti aggiornatissimi, a riviste specialistiche, che consentono di consultare riviste scientifiche con poca spesa per i collegamenti e con notevole economia di personale.

Va ricordato che le biblioteche devono essere disponibili agli studenti ed agli specializzandi, che pagano per studiare, i cui costi esorbitanti ricadono sui bilanci delle Università (e della collettività).

In conclusione, la centralizzazione di tutte le biblioteche della stessa Facoltà consentirebbe, senza ombra di dubbio, un servizio efficiente, una economia di gestione e la disponibilità di ambienti idonei allo studio, specie per la presenza, in questi tempi, del Covid-19, che prevede distanze di sicurezza, quindi adeguati spazi non presenti in biblioteche di Istituto.

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