Liste d’attesa, M5S: “Il problema non si risolve con le agende chiuse. Implementare il personale”

LECCE - “Il problema delle liste d’attesa non si risolve con le agende bloccate che, lo ricordiamo, sono vietate dalla legge. Una pratica che purtroppo va avanti da molto prima dell’emergenza Covid, per cui da tempo chiediamo ai direttori delle Asl e a quello che dovrebbe essere il nostro assessore alla Sanità di intervenire, ma ovviamente niente è stato fatto”. Lo dichiarano i consiglieri del M5S Puglia,  che denunciano segnalazioni da tutte le province pugliesi su prenotazioni per prestazioni urgenti impossibili da effettuare se non in Alpi. L’ultima da parte di Maurizio Maccagnano del Cobas di Lecce su quanto accaduto a un turista a cui era stata prescritta al Pronto Soccorso una ecografia all’addome con una ricetta con codice U, quindi da effettuare al massimo entro 72 ore, a cui al CUP è stato detto che avrebbe dovuto farla in ALPI perché le agende erano chiuse. E non è il solo caso.  Dal brindisino ci arriva una segnalazione di un cittadino che si è rivolto sia al CUP che in farmacia per prenotare una scintigrafia miocardica perfusionale da sforzo prescritta da uno specialista e si è sentito rispondere che la prestazione non compariva nel sistema, quindi era impossibile effettuare la prenotazione.
“L’ennesima dimostrazione - incalzano i cinquestelle - dell’inutilità della legge regionale approvata lo scorso anno per il contrasto alle liste d’attesa, mentre sarebbe bastato un piano regionale che si adeguasse a quello nazionale. Una situazione molto grave causata anche dal sottodimensionamento degli organici, con la conseguenza che il personale è chiamato a effettuare turni massacranti, e aggravata dalla mancata finalizzazione dei concorsi già banditi. È necessario erogare le prestazioni anche in orario serale e prefestivo, sedute aggiuntive e prestazioni extra  e utilizzare la televisita. Non si deve essere costretti a rivolgersi ai privati per essere curati”.
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