Quando il tempo non è il tempo di tutti


ELIO RIA
- Per comprendere la natura semantica dei versi di Buccarello, non si può non condurre l’attenzione a ciò che è stata la sua vita. E proprio da questo punto si divergono le direzioni riflessive di quest’uomo che nella poesia pare abbia trovato il ristoro del passato. Direzioni che convergono in un punto estremo del tempo, quello difficilmente gestibile, più esposto alla memoria.

C’è un uomo. C’è un poeta. Un uomo del Sud, che nei ricordi della campagna e del duro lavoro risistema nella memoria le molteplici cose fatte. Un poeta che nel lavoro continuo, disincantato, passionevole cerca di ‘girare’ nei labirinti poetici per raccogliere l’essenza di una parola che possa eludere le ambiguità e diventare ‘voce’ di una coscienza.

Il Sud con i suoi sapori, le sue amarezze, le sue bellezze è sempre un’attrazione fatale per colui che intende verificarne le essenzialità di una terra. Buccarello non si sottrae a questo sforzo, che, seppure in alcune parti della silloge è grezzo, nel complesso evidenza una maturità acquisita con la dimestichezza e la voglia di inseguire la poesia. Il tema è il tempo. Quel tempo che sfugge ed è difficile misurare, rendere trasparente alla mente per cogliere ciò che di per sé esso stesso nasconde al destino dell’uomo. L’universo di Buccarello è il Salento nella sua dimensione temporale di eternità e di finitudine. Ed ecco perché siamo tutti esuli del tempo’, nessuno escluso. 

Questo esilio, che si potrebbe paragonare in una sorta di confino forzoso in attesa di qualsivoglia accadimento, è la prova che il tempo è una componente essenziale della vita dell’essere umana. Un tempo grinzoso, buono, incerto, certo… sempre mutevole, ma sempre nell’ordine di un cosmo, che batte e ribatte il ritmo di un orologio bizzarro e incontrollabile. Il tempo per Buccarello è il frutto della mia pianta logorata/nutrita dalla sostanza di un campo/, l’esperienza maturata di una vita/, il raccolto accumulato dal mio tempo. Un tempo, quindi, maturo, sostanza di fatica, semplicità di un luogo, raccolto accumulato che dà saggezza e rivelazione di cos’è e non è la vita.

In fondo, Buccarello è l’uomo che dai campi e dal lavoro ha saputo imparare la semantica e la grammatica del tempo, coniugandola con i versi della coscienza. Attendiamo da questo autore altri lavori che possano ancora e meglio deliziarci.

Vittorio Buccarello, “Esuli del tempo”, Il Convivio editore, Catania 2020, pp. 96, euro 11.50, prefazione di Francesco Greco, copertina di Antonio Pizzolante.

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