Baresi che hanno fatto la storia di Bari: Vito Antonio Melchiorre

VITTORIO POLITO - Vito Antonio Melchiorre, (1922-2010), è stato per Bari uno tra i più grandi e amati figli, un galantuomo d’altri tempi, la cui modestia lo contraddistingueva, colui che sapeva tutto su fatti e storia della nostra città. La sua copiosa produzione letteraria e storica resta come documentazione e testimonianza del suo amore e del suo interesse per i trascorsi di Bari, delle sue origini, delle sue tradizioni e dei suoi abitanti.

Due lauree (Giurisprudenza e Lingue e letterature straniere), Segretario Comunale, funzionario per oltre 40 anni del Comune di Bari, Capo di Gabinetto del Sindaco Nicola Vernola, è autore di centinaia di volumi pubblicati in massima parte da Adda. Negli anni ’70 è stato comandato a prestare servizio presso la Regione Puglia, ha insegnato materie giuridiche nel Corso di perfezionamento per Segretari Comunali. Assiduo frequentatore dell’Archivio Storico di Bari e della Biblioteca della Basilica di San Nicola, diretta da p. Gerardo Cioffari o.p..

Così, dai suoi testi, apprendiamo che nel 1663 ci fu a Bari un sequestro di persona, o la storia relativa alla sostituzione dell’orologio di piazza Mercantile, il problema dell’acqua e del famoso “Chiosche du Serìne” che la vendeva in corso Vittorio Emanuele angolo via Sparano, della tassa sul rotaggio, ovvero il balzello che si pagava per l’attrito delle ruote cerchiate e quindi il consumo del manto stradale, della storia dei quartieri di Bari e sull’origine dei loro nomi, della Madonna di Costantinopoli, del porto, dei teatri, dei Santi Nicola, Sabino, Leonardo, Anna, Paolo ecc., del carnevale, del banditismo, dei Monasteri, del commercio del grano, dell’assalto dei pirati, delle gabelle sull’olio, sulla farina, sul pane e sul pesce, del dazio sulla carne, dei cambi valutari, dei malati difficili, delle origini della nostra Bari, della contrada Balice, delle chiese di Bari vecchia, dell’istruzione pubblica, del commercio del grano, delle periodiche deliberazioni relative ai calmieri per disciplinare l’andamento dei prezzi delle derrate alimentari, dell’alluvione del 1926, dei dazi normanni, del divieto di baciare una donna contro la sua volontà sia in pubblico che in privato, dei beni della chiesa, del valore dei soldi e finanche di una “Beccheria di San Nicola”, una macelleria gestita dalla stessa Basilica e ubicata nel cortile principale, un’altra era ubicata nell’Arcivescovado, un’altra nel Castello, ecc. Molte di queste note sono state anche oggetto di pubblicazione sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, ove Melchiorre curava da molti anni la seguitissima rubrica (Vie e Personaggi”), oltre a collaborare con note storiche.

L’autore, un barese DOC, ha pubblicato, come detto, centinaia di volumi sulla storia di Bari, sul Centro storico, sui quartieri, sul Borgo Murattiano, sulle Donne baresi, sul folklore, sulla storia del Comune di Bari dal 1806 al 1989, sul Ducato sforzesco di Bari, sul Palazzo di Città, sui giochi e lo sport, sul teatro, sulle processioni e sulle confraternite, sulle grandi ricorrenze, sul mondo del soprannaturale, sui soprannomi, sul dialetto barese, sulla baresità, la moda, il lavoro, sulla figura di San Nicola e il tesoro della Basilica, Francesco Saverio Abbrescia, medici e speziali nell’antica Bari, sul Teatro Petruzzelli, ecc.

Alcuni Sindaci di Bari (Franco De Lucia, Daniela Mazzucca, Michele Buquicchio, Giovanni Memola, Simeone Di Cagno Abbrescia, Michele Emiliano e Antonio Decaro), lo ricordarono in una riunione organizzata dall’Associazione Socio-Culturale Bari+, il 17 dicembre 2016, nel Museo Civico di Bari.

Ha voluto omaggiare la sua terra, e soprattutto la sua città, da lui tanto amata, attraverso la storia, affrontata da angolature diverse, nella quale passa in rassegna centinaia di storie e fatti baresi, molti dei quali sconosciuti ai più.

L’ultima sua fatica è rappresentata dalla pubblicazione del corposo volume “Storie Baresi” (Levante), edito nel 2010, anno della sua scomparsa.

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