Puglia, Capone: “subito il tavolo sulla sicurezza sul lavoro”


BARI - Secondo incontro per il tavolo sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e della legalità. È fissato per mercoledì 6 ottobre, alle 15,30, nella sede del Consiglio Regionale della Puglia. A convocarlo, la presidente del Consiglio, Loredana Capone.

Era già stato annunciato nel corso dell’estate e il prossimo mercoledì Capone, insieme agli assessori Delli Noci e Leo, ai presidenti delle commissioni consiliari competenti, al direttore del Dipartimento salute, ai direttori di Inps e INAIL e a tutte le associazioni sindacali e di categoria, torneranno a confrontarsi in Aula, all’indomani dei tragici avvenimenti che hanno sconvolto la comunità pugliese.

Il dramma delle morti bianche in Puglia ha subito una dolorosa impennata negli ultimi giorni: gli incidenti mortali verificatisi ieri in Capitanata e a Mesagne, che si aggiungono ai tre decessi nel Salento nel giro di solo 10 giorni, segnano un trend in ascesa confermato anche dai dati Inail.
Più 36,6% al Sud tra gennaio e giugno 2021 e la Puglia è sul podio delle regioni in cui si è rilevato il maggior numero di denunce rispetto allo stesso periodo del 2020.

“Raccolgo le sollecitazioni dei sindacati che in queste ore hanno giustamente sollevato la necessità di un incontro urgente - ha detto la presidente Capone. Si tratta, purtroppo, di un problema che non è solo pugliese, ma non possiamo aspettare, dobbiamo preoccuparci di arginare al più presto la situazione nella nostra regione, che ancora soffre la terribile perdita dei suoi lavoratori. Ciascuno, ogni Ente, ogni Istituzione, ogni associazione, può e deve fare la sua parte. È per questo che, prima dell’estate, ho voluto avviare un tavolo permanente di confronto, per discuterne tutti insieme, Istituzioni, Inps, INAIL, associazioni sindacali e di categoria. Il presidente Draghi ha citato l’idea di Confindustria di costituire comitati tra lavoratori e imprese per aumentare il monitoraggio e il decreto al vaglio dell’esecutivo, in queste ore, prevede da un lato il potenziamento delle sanzioni e delle ispezioni, dall’altro percorsi di formazione per lavoratori e imprenditori. È certamente questa la strada da percorrere ma c’è anche un problema di scarsa cultura in materia di sicurezza, ancora troppo poco radicata. Anche di questo dovremo tenere conto, immaginando magari di intervenire con strumenti comunicativi più moderni capaci di essere efficaci e più capillari possibile”.

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